La chirurgia vascolare di Padova al top in Europa. «Sarti su misura per ricucire le arterie»
PADOVA. La Chirurgia vascolare di Padova si conferma al top dell’eccellenza. Nelle scorse settimane il professore Franco Grego, direttore dell’Unità complessa di Chirurgia vascolare dell’Azienda Ospedale Università di Padova è stato nominato presidente della Società Europea di Chirurgia cardiovascolare (ESCVS), l’istituzione più prestigiosa nel settore, fondata nel 1951. La nomina è avvenuta in occasione dell’ultima assemblea generale durante il 69° Congresso della Società che proprio il chirurgo padovano ha avuto l’onore e l’onere di organizzare.
Grego, 63 anni, originario di Bolzano, ha saputo guadagnarsi il riconoscimento con anni di lavoro che non solo hanno fatto di quella padovana una delle Chirurgie vascolari più grandi e importanti d’Italia, ma anche – grazie alla Scuola medica di specializzazione dell’Università di Padova - fucina di specialisti che oggi occupano posizioni apicali in tutto il Triveneto.
«Quello alla presidenza della Società europea di Chirurgia vascolare è un incarico di cui vado orgoglioso dal punto di vista professionale, non tanto per me quanto per l’intera squadra che ha contribuito a far crescere la nostra Unità» il commento del professore, «così come per la Scuola di Medicina e la nostra Università di Padova».
L’Unità diretta da Franco Grego è una delle poche che nell’anno della pandemia da Coronavirus ha incrementato il lavoro pur non occupandosi direttamente di pazienti colpiti dall’infezione: «Un fatto direttamente connesso al ruolo di hub del nostro ospedale» rileva lo stesso Grego, «che nel corso del 2020 e anche in questi primi mesi del 2021 ha accolto molti pazienti di ospedali veneti in cui l’attività chirurgica è stata ridimensionata a causa del Covid. Nel 2020 abbiamo fatto 1.300 interventi di ricostruzioni arteriose, in ambulatorio abbiamo visto sei mila pazienti, di cui l’80% veneti e il 20% da fuori regione, con una media di trenta ricoverati. Risultati importanti» rileva il professore, «che sono stati possibili grazie alla lungimiranza della Direzione, passata e presente, che ha interpretato il ruolo essenziale di questa struttura».
Al di là della situazione creata dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, la mole di lavoro dell’Unità già da un decennio registra un trend crescente: «Si è ridotta l’età dei pazienti» rileva Grego, «a causa degli stili di vita, alimentazione e fumo in particolare. Oggi un terzo dei pazienti è fra i 50 e 60 anni: vent’anni fa questa fascia d’età non era praticamente presente nel nostro reparto. In più l’evolversi della tecnica chirurgica endovascolare rende oggi possibile operare pazienti più anziani».
Quello del chirurgo vascolare è un lavoro certosino, un sarto su misura in camice bianco che in sala operatoria ricuce le arterie. A soffrire maggiormente di problemi di natura arteriosclerotica sono gli uomini: «Le donne sono meno colpite perché durante il periodo di fertilità hanno la protezione ormonale estrogenica» sottolinea Grego, «abbiamo tuttavia riscontrato che, a parità di problema e di intervento, nell’uomo il risultato della chirurgia è migliore che nella donna».
La Chirurgia vascolare interviene in caso di patologie arteriosclerotiche, ma anche di traumi o neoplasie: «Il nostro lavoro in sala operatoria è quello di ricostruire le arterie, sostituirle, pulirle, creare bypass: è una chirurgia che costruisce e non demolisce» sottolinea Grego, «ed è questo uno degli aspetti che più amo del mio lavoro».
E in sala operatoria con “ago e filo” il chirurgo vascolare ricuce l’arteria danneggiata intervenendo in campi microscopici: «Non c’è margine di errore o imprecisione» conferma il chirurgo, «perché l’arteria funzioni deve essere perfetta».
Quella dell’Università di Padova è la Scuola medica di riferimento per tutto il Triveneto per la Chirurgia vascolare e il reparto del professor Grego fa da collante di una rete ormai diffusa tra Unità di numerosi ospedali: «C’è grande sinergia e collaborazione fra primari, ci si confronta e supporta reciprocamente» conferma il direttore padovano, «si è creato un network di specialisti di grande livello per dare le migliori risposte ai pazienti». —
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