L’ex Maber di Villobra diventa un mega punto vaccinali. Si parte tra 10 giorni

VILLORBA. L’ex Maber di Villorba si candida a diventare il più grande hub vaccinale della provincia di Treviso, tra i più importanti del Veneto. L’apertura è attesa tra una decina di giorni, ma gli operai sono già al lavoro per sistemare la cartellonistica e predisporre la logistica del sito industriale che andrà a ospitare il nuovo polo sanitario per la somministrazione del siero anti-Covid dell’Ulss2.

Dopo le trattative, all’apparenza sfumate, che hanno coinvolto l’ex Pagnossin, storica fabbrica di ceramiche lungo la Noalese ora dismessa da molti anni, che era stata inizialmente interpellata per sostituire il Vax Point all’ospedale Ca’ Foncello, ora c’è finalmente una prospettiva concreta. Apparirebbe sempre più lontana anche l’ipotesi di trasformare in Vax Point l’area industriale Benetton a Castrette, così come l’aeroporto di Treviso, e la Friul Intagli a Portobuffolè. Tutte aree che si erano candidate. L’ex Maber si troverebbe ora in pole position per l’apertura di un grande sito dedicato all’immunizzazione di massa nella Marca.

LA STORIA

L’ex Maber è di proprietà di Bruno Zago, l’imprenditore del gruppo Pro-Gest Spa che opera nel settore della carta riciclata. Innumerevoli i tentativi di rilancio dell’area e le idee per il futuro della zona. Un passato fatto di progetti ambiziosi e costosissimi voluti dalla Maber che non riuscì più a sostenerli, venendo travolta dai debiti. Di lì il fallimento nel 2012 e la lunga e infruttuosa sequela di aste nel tentativo di piazzare il progetto urbanistico semi-costruito, fino all’arrivo di Zago. Nei sette anni di aste sono andati bruciati circa 15 milioni di euro, considerando inoltre tutti quelli sfumati dalla valutazione iniziale a quella finale. Oggi la vocazione a Vax Point potrà ridare un senso al sito.

LE STRUTTURE VACCINALI

Con l’attivazione dell’ex Maber verrebbe rafforzato l’assetto delle maxi strutture per la somministrazione del farmaco anti-Covid in provincia di Treviso. L’ultima operazione conclusa che va in questa direzione risale allo scorso 26 aprile, con l’apertura del Vax Point all’ex Dogana nel capoluogo: funzionante in modalità drive-in con quattro linee, due dedicate all’effettuazione della puntura e due al tampone di screening.

I PUNTI VACCINALI

Con l’apertura dell’ex Maber ci sarebbe in ballo il destino del Bocciodromo di Villorba, attuale realtà in zona adibita a presidio vaccinale. Restano invece confermati gli altri poli vaccinali. A partire dal Palasport di Ponte di Piave, inaugurato con l’intento di renderlo il primo Vax Point notturno, con la possibilità di ricevere l’inoculazione fino alle 24: un’idea rilanciata più volte dall’Ulss 2 ma mai andata in porto a causa della carenza di dosi. Prosegue inoltre l’attività al Campo Fiera a Godega di Sant’Urbano così come al centro polifunzionale di Vidor e al centro culturale Casa Riese a Riese Pio X. Il requisito per mandare a regime l’ex Maber e Ponte di Piave, tuttavia, è che le forniture arrivino abbondanti e puntuali, in modo da accelerare in modo deciso la campagna vaccinale.

LA NOVITA'

Con l’auspicio che presto le forniture di prodotto consentiranno all’azienda sanitaria di raggiungere l’obiettivo delle 10 mila dosi al giorno, e con la speranza che la popolazione aderisca in modo massiccio alla profilassi, la Regione Veneto ha appena siglato un accordo anche con le farmacie.

Nella Marca 120 croci verdi, la metà del totale, hanno detto sì alla somministrazione del farmaco in negozio, i professionisti stanno ultimando il corso teorico e pratico per ottenere l’abilitazione di “farmacista vaccinatore”. In base al target di popolazione indicato dal programma vaccinale, il cittadino potrà recarsi direttamente in farmacia per ottenere l’inoculazione, esclusi i soggetti a rischio per patologia, i vulnerabili gravi e gli allergici al farmaco. Insomma, le sedi ora ci sono: tutti sperano nell’arrivo abbondante di dosi. —


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