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Май
2021

Tuffo nel passato di Mantova: dagli scavi in centro scoperte le fondazioni di una casa-torre

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MANTOVA.Per tirare su grattacieli, nel Medioevo eravamo speciali. Ogni famiglia mantovana che avesse quel tanto o poco di pedigree per giustificare qualche goccia di sangue blu, durante l’Età di Mezzo si tirava su una torre blasonata, che per stazza e altezza doveva superare quelle delle casate rivali. Questione di prestigio. Una guerra fredda a suon di calce e cemento, civile, nell’attesa che diventasse calda e si facessero fuori, come avvenne ai Bonacolsi cacciati dai Gonzaga nel 1328.

Prima che piazza Sordello fosse spianata, da quelle parti c’erano un sacco di torri, alcune sopravvissute (Gabbia e Zuccaro) altre no. Però, badilata una certa quantità di terra, sotto la vecchia pavimentazione della piazza, ecco che lo scorso gennaio è saltato fuori qualcosa di inatteso, sebbene avremmo dovuto aspettarcelo: delle murature quasi completamente rasate, in mattoni, in cui sono probabilmente riconoscibili parte di quegli edifici privati che occupavano l’area, prima degli abbattimenti che portarono alla realizzazione della piazza.

A dirci queste ed altre cose interessanti è Leonardo Lamanna, archeologo della nostra Sovrintendenza che quattro mesi fa era lì a osservare cosa emergeva di antico, mentre la Tea stava procedendo ai lavori nel cantiere per l’estensione del teleriscaldamento.

Passato il voltone, a pochi metri sulla sinistra c’era quanto abbiamo detto e, andando un po’ sotto, ecco che sono apparsi «altri muri in laterizi e malta, molto più spessi e massicci, larghi quasi due metri, da attribuire a una diversa e più antica struttura» dice Lamanna. Gli scavi, una trincea, non hanno permesso di mettere completamente in luce la pianta dell’edificio, ma solo il suo lato est e parte dei lati nord e sud.

«Le tre pareti – prosegue Lamanna nella sua relazione – sono probabilmente ciò che rimane delle fondazioni di una casa-torre medievale, non dissimile da altre che possiamo ancora oggi ammirare nella città, come la torre della Gabbia o dello Zuccaro».

Di quale famiglia era questa casa-torre? È prematuro dire chi erano i proprietari e per quale ragione l’edificio venne raso al suolo. Dovranno entrare in campo gli storici, immergendosi nelle carte d’archivio per trovare l’atto di proprietà o la ricevuta con cui i titolari dell’immobile pagavano l’Imu di quell’epoca.

«In questi ultimi anni – dice il sovrintendente Gabriele Barucca – numerose indagini archeologiche, condotte sotto la direzione della Sovrintendenza ed effettuate in occasione di importanti lavori pubblici nel contesto urbano di Mantova, hanno rivelato la ricchezza di testimonianze che raccontano la storia plurimillenaria della città». Scava e scava – sempre lo scorso gennaio – ecco che, ancor più sottoterra, dall’epoca dei Bonacolsi (tra Due e Trecento) si passa a quella degli etruschi. Così, dalla terra sono venuti fuori alcuni frammenti ceramici e un amo da pesca, di 5 centimetri. È probabile che grossomodo 25 secoli fa gli etruschi si facessero delle gran grigliate o il fritto misto di pesce del Mincio. Qualche ristorante potrebbe lanciare la ricetta, tipo pesce gatto all’etrusca o tinca del lucumone.




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