Cinghiali nel quartiere Bellavista di Ivrea: tutti rovinati i prati tra le case e i palazzi
IVREA
Scendono dal monte Appareglio ad est di Pavone. Percorrono i pendii della collina sulla cui sommità sorge il complesso residenziale di Torre Maridon. Scorrazzano lungo i viali che circondano il quartiere Bellavista. Lì attraversano, raggiungono i prati intorno agli edifici, rivoltano il terreno, scavano buche, notte dopo notte, incessantemente. Sono incontrollabili ed inarrestabili. Sono i cinghiali che ormai da tempo infestano le campagne del Canavese provocando seri danni all’agricoltura e problemi di sicurezza al traffico automobilistico.
Fa effetto osservare la rotonda al crocevia fra viale Liberazione, viale Papa Giovanni XXIII e viale Kennedy dove l’accanimento dei cinghiali sul terreno appare in tutta la sua forza devastatrice. Giuliana Vivo, presidentessa dell’associazione Bellavista Viva, parla dell’attività del gruppo, creato in seno al sodalizio, che si occupa della cura dei prati e del verde pubblico in un quartiere in cui natura ed edifici residenziali si armonizzano perfettamente. «Da più di 40 anni il Gruppo volontari del verde garantisce la manutenzione dei nostri prati», dice mentre percorre a piedi il dedalo di vialetti pedonali che collegano i condomini.
«Le aree sono divise fra i 20 effettivi e complessivamente abbiamo calcolato che questi uomini impieghino qualcosa come ventimila ore di lavoro all’anno per la cura del nostro quartiere», aggiunge. Vivo è accompagnata da suo marito Giuseppe Bonaldo che, facendo parte del gruppo, esprime lo scoramento di chi vede il proprio lavoro vanificato al risveglio ogni mattina. «I cinghiali attaccano e danneggiano in modo abitudinario e con metodo. Un prato su cui abbiano infierito difficilmente riacquista la sua fisionomia se non dopo tempo e con cure particolari», racconta Bonaldo. Vivo rileva anche il problema della sicurezza: «La presenza di questi animali nelle vie del nostro quartiere pone un serio rischio alla circolazione automobilistica nelle ore notturne. Inoltre abbiamo molti residenti che scendono a passeggiare, spesso anche accompagnando il proprio cane, e che potrebbero trovarsi a tu per tu con i cinghiali».
Massimo Fortis, anch’egli volontario del verde, sta passeggiando col suo cocker e non esita a fermarsi per raccontare: «Qualche notte fa ero uscito con lui e proprio nel prato di fronte alla porta del condominio me li sono trovati davanti a tre o quattro metri. Erano sette, forse otto esemplari che stavano accanendosi contro il manto erboso ed alcuni apparivano di dimensioni ragguardevoli». Lo spettacolo è desolante: si vede una distesa di terra bruna, fangosa, accidentata ed insidiosa per chi ci cammini sopra. Il prato, che abitualmente fa da contorno al vialetto, è del tutto scomparso. —
Paolo Airoldi