Nuovi attacchi tra Tel Aviv e Gaza: altri 2 morti israeliani, 213 quelli palestinesi. Stato ebraico abbatte l’unico laboratorio Covid della Striscia
È stata un’altra notte di scontri tra Israele e Gaza. Continua il lancio di razzi dalla Striscia e non diminuiscono i raid aerei dello Stato ebraico sugli edifici della principale città nell’enclave palestinese. Aumenta così il numero delle vittime, con altri due morti israeliani colpiti dall’ultima raffica di razzi partiti dalla Striscia e i decessi palestinesi che salgono a 213. Mentre cresce l’attesa per sapere se le informazioni circolate nella giornata di lunedì, secondo le quali entro due giorni si dovrebbe raggiungere un accordo per il cessate il fuoco tra le parti, siano attendibili, si registrano anche le prime tensioni sull’asse Tel Aviv-Washington: ribadendo il sostegno americano al “diritto di Israele a difendersi”, ieri il segretario di Stato, Anthony Blinken, ha infatti chiesto al governo Netanyahu di fornire una giustificazione al raid contro la torre al-Jalaa, dove si trovavano le redazioni di diversi media nazionali e internazionali. Un episodio, raccontano alcune fonti, che ha creato un certo imbarazzo tra i due storici alleati. Mentre è notizia di stanotte che le bombe dello Stato ebraico hanno anche colpito l’unico laboratorio Covid-19 di tutta la Striscia che, così, non è più in grado di condurre i test di screening.
Le ostilità: 90 razzi dalla Striscia durante la notte, Israele continua ad abbattere edifici
Gli scontri continuano senza sosta ed è stato così anche nella notte tra lunedì e martedì. Da Gaza, secondo quanto riferisce il portavoce militare israeliano, Hidai Zilberman, sono partiti 90 razzi che, aggiunti a quelli dei giorni scorsi, portano il totale a 3.440 dall’inizio delle violenze. Il 90% di questi, comunque, è stato intercettato dal sistema di difesa Iron Dome. La risposta di Israele è arrivata dall’aviazione che, sostiene, ha distrutto altri 15 chilometri di tunnel sotterranei nel nord della Striscia. Gli obiettivi colpiti sono stati 65, con nuovi attacchi sul quartiere Rimal a Gaza City. L’esercito ha ribadito che Hamas “piazza obiettivi militari in aree civili densamente abitate”.
I raid israeliani hanno prodotto finora 213 vittime civili, tra cui 61 bambini, anche se Tel Aviv sottolinea di aver neutralizzato “oltre 150 operativi terroristi, più di 120 sono di Hamas e oltre 25 del Jihad Islamico“. Uno dei bombardamenti israeliani ha però distrutto la clinica al-Rimal, nel centro di Gaza, l’unico laboratorio Covid-19 dell’intera Striscia che adesso non è più in grado di condurre i test di screening, come ha scritto in un tweet l’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). “I raid israeliani minano gli sforzi del ministero della Sanità di fronte all’epidemia di Covid, non consentendo di seguire le persone infettate dal coronavirus e di continuare la campagna di vaccinazione”, ha detto Ashraf al-Qodra, portavoce del ministero. Prima dell’escalation militare, le autorità di Gaza effettuavano una media di circa 1.600 test Covid al giorno con uno dei più alti tassi di positività al mondo (28%) e gli ospedali sopraffatti dal numero di pazienti.
Il bombardamento della torre al-Jalaa: gli Usa chiedono spiegazioni
Le critiche alla strategia di Israele di abbattere con le proprie bombe edifici situati nel bel mezzo di Gaza si sono accentuate dopo che l’Idf ha preso di mira la Media tower della città dell’enclave palestinese, dove si trovavano anche le redazioni di importanti testate come Associated Press, al-Jazeera e altre. Una scelta che ha “messo lo Stato di Israele in una posizione scomoda nei confronti degli Stati Uniti”, hanno ammesso fonti israeliane citate dalla Radio Militare. Ieri il segretario di Stato, Antony Blinken, ha detto di aver chiesto ad Israele, secondo cui Hamas usava l’edificio come sede del proprio quartier generale dell’intelligence, giustificazioni per il raid, aggiungendo di non aver personalmente visto le prove della presenza del gruppo estremista nella media tower.
Sally Buzbee, direttrice di Ap, ha chiesto un’indagine indipendente sull’attacco all’edificio, aggiungendo che la storica agenzia aveva gli uffici nel palazzo da 15 anni e che non è mai stata informata o ha avuto alcuna indicazione che Hamas potesse avere una sede nell’edificio. “Non ci schieriamo in quel conflitto. Abbiamo sentito gli israeliani dire di avere delle prove, non sappiamo quali siano queste prove – ha detto – Riteniamo che a questo punto sia appropriato uno sguardo indipendente su ciò che è accaduto ieri, un’indagine indipendente”.
Libano, sit-in di Hezbollah a sostegno della Palestina
Continuano le manifestazioni, sfociate anche in tensioni al confine, nel vicino Libano. Oggi il partito sciita Hezbollah ha organizzato un sit-in a sostegno del popolo palestinese nel centro di Beirut, di fronte al giardino intitolato a Samir Kassir, l’intellettuale libanese ucciso in un attentato nel 2005 per le sue posizioni ostili al regime siriano alleato degli stessi Hezbollah. Ma saranno diverse le iniziative promosse da sindacati e da diverse formazioni politiche a Sidone, Tiro, nel sud del Paese, e nei diversi campi profughi palestinesi sparsi in Libano. Un corteo di solidarietà è previsto dal campo di Mar Elias, a Beirut, verso il centro cittadino.
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