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Май
2021

Candia, gara di solidarietà per Mattia dopo la distruzione di 70 arnie

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CANDIA CANAVESE

C’è una guerra tra apicoltori dietro la distruzione delle 70 arnie e la conseguente condanna a morte di milioni di api. L’episodio è avvenuto tra domenica e lunedì nella zona delle Cascine di Candia: qualcuno, di notte e sotto una pioggia torrenziale, ha distrutto settanta arnie provocando la morte di milioni di api ed un danno per il giovane apicoltore cuneese Mattia Landra, di circa 25 mila euro.

API

la lite pochi giorni prima

Qualche giorno prima una lite tra apicoltori, sempre provenienti da Cuneo, avvenuta in un terreno di proprietà del Comune di Mazzè, ha richiesto l’intervento della polizia locale, che è riuscita a riportare la calma trovando una mediazione.

«L’apicoltore aveva collocato numerose arnie -spiega il sindaco Marco Formia – accanto ad un altro apiario senza chiedere l’utilizzo del fondo al Comune. Così come prevede l’ordinanza che insieme ai Comuni di Caluso, Candia, Barone e Villareggia abbiamo emesso la scorsa settimana, non per proibire l’arrivo dei apicoltori sul nostro territorio, ma solo per evitare un’invasione incontrollata, E quindi discussioni. Come si è puntualmente verificato».

L’apicoltore, dopo l’intervento dei vigili, ha accettato di spostare le arnie in un altro luogo. Ma in zona circolano voci, che paiono più che fondate, che le liti tra apicoltori locali e chi viene invece da fuori territorio siano all’ordine del giorno.

Mattia Landra invece era in regola con tutte le autorizzazioni, come hanno accertano i carabinieri del nucleo Forestale. A dare l’allarme, dopo la scoperta delle arnie distrutte, era stato il proprietario del fondo a cui l’apicoltore cuneese paga da anni un affitto. Le indagini per scoprire l’autore del grave atto sono affidate per competenza (la denuncia era stata presentata a Cuneo) ai carabinieri di Caluso, che hanno già effettuato un primo sopralluogo con i colleghi della Forestale.

la raccolta fondi

Intanto c’è una buona notizia: la raccolta di fondi online scattata dopo l’episodio nel giro di un paio di giorni ha raggiunto la cifra di 54.512 euro, con 2.170 donazioni da cinque a mille euro. Superato in tempo record l’obiettivo dei 25mila euro, la cifra necessaria a Mattia Landra per poter ripartire con la sua attività. Ed alle donazioni si univano messaggi di auguri e di dura condanna per l’episodio.

Una solidarietà che ha restituito la gioia al giovane apicoltore, titolare con il fratello maggiore Daniele dell’agriturismo Al chersogno, in borgata Allemandi di San Michele di Prazzo, in provincia di Cuneo.

«Qualcuno voleva rovinarmi». Si era sfogato Landra. «Sicuramente un collega: nella zona in cui avevo portato le mie arnie non si passa per caso e non certo in una notte di pioggia. Tutte le api senza più le loro casette sono morte per il freddo. Alcune sono state schiacciate con la cattiveria tipica di persone invidiose ed avide. Eppure tra noi apicoltori non ha senso farci la guerra, dovremo invece collaborare».

l’ordinanza

L’ordinanza era partita dal Comune di Caluso su sollecitazione di alcuni apicoltori del territorio preoccupati per il rischio di un’invasione di apiari. Le gelate dello scorso aprile avevano “bruciato” la fioritura dell’acacia, nutrimenti delle api in questa stagione. Le uniche zone risparmiate sono state quelle dei boschi della collina di Caluso, protette da un microclima che favorisce anche la coltivazione della vite. «Il nostro obiettivo è quello di tutelare i produttori di miele che hanno sede a Caluso» aveva detto in consiglio la sindaca Maria Rosa Cena. E l’ordinanza in pratica metteva ordine: gli apicoltori per portare le arnie nel Calusiese hanno l’obbligo di far domanda in Comune comunicando la località. «Si tratta di un provvedimento di carattere prudenziale – spiegava Giovanni Mezzano - responsabile del servizio veterinario dell’Asl/To4 - per evitare un’eccessiva movimentazione di api da territori anche non confinanti ed un rischio di malattie per le api stesse». La normativa regionale consente però il nomadismo delle api. «Uncem – afferma Roberto Colombero – condanna il gesto ed è vicina a Mattia, alla sua azienda agricola, alla famiglia» . Per Apromiele «le ordinanze sono illegittime: a livello europeo la libera circolazione delle api viene difesa e favorita». 




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