Treviso, con i vaccini crolla la mortalità. Vittime in calo del 90 per cento da inizio anno
TREVISO. Un muro invalicabile contro decessi e ricoveri, un “prima” e un “dopo” che si scorgono anche graficamente. È l’effetto vaccini: da quando è iniziata la campagna di massa sulla popolazione, nella Marca si sono ridotti drasticamente sia il numero dei casi gravi che quello dei decessi.
C’è una data simbolo: 16 febbraio 2021, il giorno in cui Mario Vivian, trevigiano di San Zeno, diventa il primo ottantenne a ricevere la sua dose di Pfizer. Da quel momento crollano, nei bollettini di Azienda Zero, i decessi giornalieri, con effetto quasi immediato ma più evidente da metà aprile in poi.
A maggio, in provincia di Treviso, ogni giorno sono morte per colpa del Covid 1,4 persone, e da quattro giorni non si registrano nuovi decessi. Ne morivano in media, ogni giorno, 3 a marzo e aprile, 8 a febbraio, 13 a gennaio, 12 a dicembre, 6 a novembre. Un’ecatombe che fatto schizzare il contatore dei decessi legati al Covid nella nostra provincia a quota 1.804.
I ricoveri si sono comportati in modo diverso. A marzo l’Ulss 2 ha registrato una terza ondata - di dimensioni inferiori alla seconda - che ha portato a superare i 300 posti letto occupati da pazienti Covid. Nel contempo si abbassava l’età media dei degenti: gli ultraottantenni, protetti dal vaccino, non finivano più in ospedale. Con l’ampliamento della campagna vaccinale, da metà aprile anche i ricoveri sono crollati, e da una settimana gli ospedali dell’Ulss 2 non registrano nuovi ingressi collegati al virus.