iMac 2021, sulla scrivania torna il colore
La gamma di Mac con il processore M1 si allarga con l’arrivo dei nuovi iMac, il quarto computer della Mela a implementare il nuovo chipset progettato e realizzato dall’azienda di Cupertino. Ma se i MacBook Air, MacBook Pro e Mac mini M1 lanciati a dicembre mantenevano immutato il rassicurante design dei predecessori su cui giravano chip di Intel, con i nuovi iMac in arrivo venerdì 21 maggio Apple ha deciso per un approccio diametralmente opposto, rivoluzionando il design dell’all-in-one per la prima volta dal 2012.
Design in libertà
L’iMac 2021 è la consacrazione della libertà progettuale che il nuovo chipset basato su architettura ARM (la stessa dei chip per iPhone e iPad) ha concesso ai designer di Cupertino. Grazie al processore M1, più potente ma allo stesso tempo molto più efficiente dal punto di vista energetico, Apple ha potuto spingersi verso nuove frontiere della miniaturizzazione, ignorando del tutto la maggior parte dei limiti costruttivi che derivano di solito dalla necessità di ospitare schede ed espansioni o ingombranti (e rumorosi) sistemi di raffreddamento.
Il cervello del nuovo iMac sta così tutto nella cornice inferiore colorata di una scocca spessa solo 11,5mm. Il resto dello spazio è tutto per lo schermo, un display Retina da 24” ad altissima risoluzione (4,5K). Quando si estrae l’iMac dalla scatola la prima impressione è di prendere fra le mani un grosso iPad Pro colorato attaccato ad un piedistallo. Qui abbiamo scartato e provato un numero considerevole di Mac nel corso degli ultimi 10 anni, e possiamo dire senza timore di smentita che l’attenzione al dettaglio posta da Apple nell’esperienza di “unboxing” di questo dispositivo è senza precedenti. La scatola, realizzata in materiale ecologico, si apre come uno scrigno grazie a un sistema a molla realizzato unicamente piegando il cartone.
In pochi secondi l’iMac è pronto sulla scrivania: il cavo di alimentazione in tessuto (en pendant con il colore del computer) si aggancia in pochi secondi sul retro, grazie a un sistema magnetico, pure progettato ad hoc. Tutto è facile, immediato, e soprattutto colorato.
All-in-one (color)
La particolarità di questa nuova linea di all-in-one è infatti la disponibilità di ben sette diverse opzioni cromatiche, con una scelta che ricorda da vicino la rivoluzione colorata dei primi iMac di fine anni ’90. Qui non si parla però soltanto di sette diversi colori della scocca in alluminio, ma di sette palette di colori differenti. Il verde petrolio scuro del retro dell’iMac che abbiamo in prova diventa ad esempio un tenue latte e menta sul davanti (per distrarre meno gli occhi dallo schermo) che si fonde con la cornice bianca del display. Lo stand in alluminio è di un verde ancora diverso, più metallico e vicino al Paolo Veronese, che fa da trait d’union tra fronte e retro. A questa tonalità di verde si abbinano le parti metalliche della tastiera, del mouse e del trackpad, mentre il tessuto del cavo di alimentazione e del cavo di ricarica della Magic Keyboard riprende il verde acqua più tenue sul fronte della scocca. In puro stile Apple, il tono su tono non si ferma all’hardware ma pervade anche il software: la palette esterna dei materiali è infatti riproposta con tonalità analoghe anche nel tema di macOS Big Sur, con gli elementi dell’interfaccia del sistema operativo che riprendono i toni scuri o medi della palette esterna.
M1: potente e versatile
Qualcuno a questo punto si chiederà se stia leggendo la recensione di un computer o di una nuova collezione di foulard carré di Hermès. Il dubbio è lecito, ma sarebbe impossibile raccontare l’esperienza d’uso del nuovo iMac prescindendo da questi particolari che contribuiscono attivamente a renderla unica nel mercato. E per quanto possa sembrare strano, anche la possibilità di realizzare sette diversi set cromatici coordinati è conseguenza diretta della presenza del nuovo chip M1. Non dovendo suddividere la produzione dei nuovi iMac sulla base del loro processore (è lo stesso per tutti, con una differenza solo fra il modello base con GPU a 7-core e quello superiore da 8-core) i progettisti di Cupertino hanno potuto dedicarsi interamente a differenziare i vari modelli puramente sulla base del loro design, di fatto semplificando la scelta del potenziale acquirente. Per chi segue il mercato dell’informatica di consumo da molti anni è una rivoluzione ancora difficile da interiorizzare: l’iMac non si sceglie più in base alla potenza di un componente, ma in base al colore che preferiamo da un carnet di sette possibili opzioni, cui si aggiungono a parte personalizzazioni e accessori.
L’altro elemento che abilita questa possibilità è ovviamente la sorprendente efficienza e potenza del processore M1, che aveva già sorpreso al suo debutto, a dicembre. I risultati dei benchmark tecnici ci dicono che questo iMac è potente più o meno con il Mac mini M1, e quindi più potente ad esempio della maggior parte dei MacBook con processori Intel di precedente generazione. Nel concreto significa che questo all-in-one compatto e colorato è perfettamente adatto alla visione di un film in salotto, come all’elaborazione fotografica su Photoshop; al lavoro di ufficio con Word ed Excel, come al montaggio video con Final Cut Pro. Quest’ultima attività in particolare dimostra la potenza di questo processore: si possono montare filmati in 8K, oppure stream video multipli in 4K. Per chi non fosse del settore: sono attività inarrivabili per la maggior parte dei PC professionali in questa fascia di prezzo.
Smart working non ti temo
La versatilità degli usi potenziali dell’iMac lo rendono perfetto per le nuove esigenze del lavoro da casa. La fotocamera integrata, in particolare, è perfetta per le videoconferenze. Ha un angolo di campo più ampio (attenti quindi allo sfondo della vostra stanza!) ma soprattutto ha una qualità finale del video molto più alta di quella di qualsiasi altro Mac. L’inquadratura, grazie alla risoluzione Full HD e al sistema di processamento dell’immagine del chip M1, è sempre dettagliata e ottimizzata per le condizioni di luce. La differenza qualitativa è evidente, e durante diverse call ci è stato chiesto quale webcam stessimo usando da parte di partecipanti che avevano notato la differenza nell’inquadratura. Anche il comparto audio contribuisce a una migliore esperienza d’uso in teleconferenza. A meno che non ci siano altre persone nella stanza con voi, si può fare a meno delle cuffie: l’audio viene filtrato in automatico, non c’è praticamente alcun ritorno, e anche a basso volume il sistema di altoparlanti del Mac restituisce un suono chiaro e cristallino. È un sollievo non da poco dopo un anno in cui le video-call si sono moltiplicate e le cuffie sono diventate un’appendice delle nostre orecchie. Anche i microfoni sono ottimi e dalle nostre prove si sono dimostrati eccellenti per le videocall: la voce esce chiara e forte e i rumori di fondo vengono filtrati in maniera efficace.
Il Mac per la famiglia (e per tutti gli altri)
Durante il nostro test abbiamo utilizzato l’iMac per normali attività di lavoro “leggero” (email, Internet, un po’ di musica in sottofondo) ma anche per attività creative “pesanti”. In particolare abbiamo elaborato una ampia quantità di foto scattate con una fotocamera Canon R5 (in formato raw) con Lightroom e Photoshop, entrambi già ottimizzati per il nuovo processore M1. Il confronto con il nostro MacBook Pro Intel Core i5 personale è a dir poco impari. L’iMac è velocissimo e non si blocca praticamente mai, mentre lo schermo Retina 4,5K è perfetto anche per attività che richiedono una notevole fedeltà cromatica. Allo stesso tempo abbiamo usato l’iMac per guardare qualche film e serie TV. Anche in questo caso, impressioni ottime: la qualità video è da televisore di fascia altissima, mentre l’audio è sorprendente, se si pensa alla dimensione dei due altoparlanti integrati.
L’iMac 2021 è decisamente uno dei Mac più versatili che ci sia mai capitato di provare. Questa è da sempre la vocazione della linea iMac, e di certo si potevano descrivere i modelli precedenti con lo stesso aggettivo. Tuttavia l’aggiunta del chip M1 ha permesso ad Apple di migliorare ancora un’esperienza d’uso già ottima. A questa versatilità contribuiscono anche un paio di accessori che ci sono piaciuti molto (ma attenzione, non sono inclusi nel modello meno costoso). Il primo è l’alimentatore esterno con porta ethernet integrata: è una soluzione semplice ma geniale, che mantiene disponibile un connettore importante, ma lo sposta sotto la scrivania. L’altro è la tastiera con Touch ID: il lettore di impronte funziona benissimo e la possibilità di usare l’impronta di ciascun utente è una funzionalità comodissima, che consacra questo iMac come il computer perfetto per l’uso familiare.
Abbiamo apprezzato meno il posizionamento delle porte USB-C sul retro della scocca (due sul modello base, due + due Thunderbolt sul modello che abbiamo provato noi). Per raggiungerle e collegare un cavo bisogna inevitabilmente ruotare l’iMac su se stesso, mentre gli accessori o gli eventuali adattatori penzolano da retro in maniera poco elegante. L’altro “neo”, a volerne proprio trovare uno, è che durante questa operazione si finisce inevitabilmente per lasciare le proprie impronte sul retro in alluminio del computer.
Chip M1 e compatibilità del software
Chi fosse preoccupato per la compatibilità delle applicazioni con il processore M1 di Apple, in realtà non ha nulla da temere. Le applicazioni già ottimizzate per il nuovo processore sono tantissime, incluse le già citate Word, Excel, Photoshop, Lightroom, ma anche Google Chrome, per dire, o Slack. Per tutte le altre c’è Rosetta, il software di Apple che “traduce” le applicazioni Intel e le fa girare anche sul nuovo processore. Dalle nostre prove tutte le applicazioni di questa seconda categoria non hanno alcun problema di compatibilità, né di prestazioni. Non sono paragonabili alla velocità di quelle native, ma non fanno comunque rimpiangere in alcun modo i chip di Intel. Se il vostro flusso di lavoro dipende da una singola applicazione un po’ vecchiotta e poco aggiornata, sinceratevi comunque prima che sia compatibile con il nuovo M1, ma nella stragrande maggioranza dei casi potrete andare sul sicuro: funzionerà tutto, e funzionerà molto bene. Da segnalare infine che se c’è un’applicazione per iPhone o per iPad che usate spesso, per lavoro o divertimento, ora la potrete installare e far girare anche su Mac, proprio grazie alla compatibilità totale fra il chipset M1 e i processori della serie Ax implementati da Apple sui suoi smartphone e tablet.
Prezzi e versioni disponibili
I nuovi iMac partono da un prezzo di base di 1499€. Il modello base ha un chip M1 con CPU da 8-core e GPU (scheda grafica) da 7-core, 256GB di spazio di archiviazione. La tastiera inclusa nella confezione di questo modello è la Magic Keyboard senza Touch ID. La versione con lettore di impronte è invece di serie sui due modelli superiori, così come l’alimentatore con presa LAN (assente nel modello base): l’iMac da 1799€ ha una GPU da 8-core e un SSD da 256GB, mentre nel modello da 1949€ lo spazio di archiviazione arriva a 512GB. Il modello intermedio è quello con il miglior rapporto fra prezzo e caratteristiche, e se vi servisse più spazio di archiviazione un SSD esterno da 1TB vi costerà comunque meno della differenza di prezzo con l’iMac top di gamma.
Per tutte le versioni invece la RAM è da 8GB. Se confrontati con le specifiche dei computer Intel possono sembrare pochi, ma la cosiddetta memoria unificata del chip M1 funziona in maniera più efficiente: 8GB, in altre parole, sono più che sufficienti anche per operazioni complesse come il montaggio audio o video e il fotoritocco. I nuovi iMac con chip M1 sono già pre-ordinabili sul sito Apple e arriveranno nei negozi venerdì prossimo, 21 maggio.