Modena, le case per anziani e i parenti: iniziata una nuova normalità
Luca Gardinale
Di certo le “stanze degli abbracci” hanno aiutato, ma in fin dei conti sono state importanti anche le tanto “odiate” videochiamate, che nel momento più difficile hanno rappresentato l’unica possibilità per vedere le persone care. Ma incontrarsi dal vivo è un’altra cosa: ecco perché le residenze per anziani - insieme alle strutture per disabili - modenesi si sono fatte trovare pronte per la ripartenza ufficiale delle visite, arrivata con l’ordinanza a effetto immediato di una settimana fa con la quale il ministro della Salute Roberto Speranza ha riaperto le case di riposo. Ma com’è andata la ripresa delle visite in provincia di Modena? «Da noi qualcuno ha già iniziato - spiega Marco Franchini, amministratore dell’Azienda di servizi alla persona di Vignola e coordinatore delle Asp - mentre altre realtà hanno preferito aspettare, allineandosi così alle scelte distrettuali, in modo da ripartire, pubblico e privato».
Così, in alcune residenze per anziani e disabili modenesi già lunedì scorso sono ripartire le visite, anche se con un’attenta programmazione, in modo da dilazionare gli incontri ed evitare di avere troppe persone nelle strutture. «Ci siamo fatti trovare pronti - ribadisce Franchini - anche perché abbiamo lavorato a lungo per arrivare a questo importante momento, proponendo anche soluzioni che nei mesi scorsi hanno anticipato la “vera” riapertura: a Vignola, ad esempio, da febbraio abbiamo predisposto una stanza per gli incontri con i familiari, ovviamente seguendo protocolli molto rigidi e facendo entrare solo chi poteva provare di essere stato vaccinato, di aver avuto il Covid di recente o di essersi sottoposto a un test entro 48 ore».
Un problema riguarda il test a cui i familiari dovranno sottoporsi per avere il pass: «Il fatto che le persone si debbano organizzare per fare un tampone e per sostenerne i costi crea qualche problema - riprende il coordinatore delle Asp - tanto che alcune persone preferiscono andare nella “stanza degli abbracci” più che organizzarsi per il tampone». Visite ripartite anche nelle strutture gestite in provincia dalla cooperativa Gulliver, come conferma il presidente Massimo Ascari: «La riapertura era nell’aria - spiega - e ci abbiamo lavorato a lungo, perché, al netto dei timori che in parte ci sono ancora, da parte nostra c’è la piena consapevolezza che la riapertura risponda a una necessità molto diffusa tra le famiglie. Ora ci sono le condizioni per aprire con serenità - chiude Ascari - perché nelle nostre strutture il 98% del personale è vaccinato, mentre per quanto riguarda gli ospiti non si è vaccinato solo chi era impossibilitato per motivi di salute. Certo, non siamo ancora in una situazione in cui i familiari potranno venire due volte alla settimana, quindi continueremo anche con gli altri strumenti, a partire dalle videochiamate, ma era giusto dare risposta ai bisogni delle persone». —
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