Sassuolo De Zerbi, i motivi dell’addio. E possono seguirlo in tre
SASSUOLO. Una scelta di cervello, più che di cuore. Una scelta che lo porterà in una terra lontana, l’Ucraina, ma che lo metterà anche al centro di un progetto ambizioso, con una società che negli ultimi anni ha fatto stabilmente parte della buona borghesia europea. Roberto De Zerbi ha rotto gli indugi e ha ufficializzato l’addio al Sassuolo motivandolo come una scelta di cervello, una scelta “sofferta”. «Penso che abbiamo toccato il massimo e magari se verrà un allenatore con la stessa squadra potrà fare meglio.
Ma dopo tre anni di mia gestione martellante parlando anche con la società, a cui rimarrò sempre riconoscente così come dei giocatori, ho preso questa decisione. Sono un professionista e devo portare risultati, credo che abbiamo toccato l’apice sotto tutti i punti di vista, di più non penso che potrei dare a questa squadra». Parole che fanno capire come, da un lato, De Zerbi avesse voglia di una nuova sfida e dall’altro che il progetto del Sassuolo ora come ora non potesse soddisfarlo appieno. Non è un mistero che De Zerbi sia stato molto combattuto, appunto tra le ragioni del cervello e quelle del cuore, ma la proposta del biennale dello Shaktar Donetsk era oggettivamente molto difficile da rifiutare.
Lo Shaktar, che come noto gioca lontano da casa (Donetsk è nel Donbass, la regione dell’Ucraina che è sotto il controllo della Russia con tensioni geopolitiche che vanno molto oltre il confine tra Mosca e Kiev), è comunque una grandissima del calcio ucraino, ma viene da una stagione negativa senza titoli, per la prima volta da diversi anni. Per questo il tecnico Castro non è stato confermato e per questo De Zerbi si troverà a dover gestire la stagione del riscatto.
Non a caso il tecnico bresciano, che già da calciatore aveva vissuto un’esperienza nell’Est Europa, in quel caso in Romania al Cluj, vuole portare con sé alcuni atleti che possano incarnare la sua peculiare idea di calcio. Il primo nome sul taccuino è quello di un regista come Stefano Sensi, reduce da una stagione tribolata a causa degli infortuni all’Inter ma comunque un interprete di valore assoluto del ruolo, mentre in alternativa si parla anche di Maxime Lopez, che il Sassuolo intende però confermare senza alcun dubbio.
Gli altri nomi sono di tre neroverdi, tre giocatori che hanno il calcio di De Zerbi nelle vene. Il primo è quello del difensore centrale brasiliano Marlon Santos, un centrale atipico con piedi da centrocampista raffinato, il secondo è quello del trequartista serbo Filip Djuricic, che aveva già avuto De Zerbi a Benevento e che di fatto è da quattro anni al seguito del tecnico, il terzo, ma anche il più difficile da prendere vista la concorrenza, è quello di Jeremie Boga, ala tanto estrosa quando lunatica che vorrebbe un palcoscenico europeo di primo livello.
Boga è nel mirino anche dell’Atalanta, che lo prenderebbe per sostituire un totem del calibro di Ilicic, ma lo Shaktar è comunque una società che può giocare la Champions (anche se quest’anno passerà dai preliminari, primo vero banco di prova per De Zerbi già da fine luglio) e ha disponibilità economiche comunque più che dignitose in un mercato che, giocoforza, sarà piuttosto asfittico. Il dado è tratto: De Zerbi vuole conquistare l’Ucraina e giocarsi l’Europa più prestigiosa, ma per farlo vorrebbe qualche pretoriano. Le offerte al Sassuolo arriveranno di certo. —
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