Bambino morì investito, confermata in appello la condanna a 9 mesi
FIRENZE. Samuele Vitale perse la vita a 12 anni. Attraversava la strada per andare al parco dove aveva appuntamento con alcuni amici, lungo la via Livornese a Ponte a Elsa nel comune di Empoli, quando fu investito e ucciso da una fiat 500 guidata da una giovane donna di 23 anni.
A quasi anni dal fatto la corte di appello di Firenze ha condannato l'automobilista a 9 mesi di reclusione per omicidio colposo, confermando la sentenza di primo grado. Una vittoria per i genitori di Samuele, Franco Vitale e Antonietta Tassio, costituitisi parte civile e assistiti dagli avvocati Carlo Ammirati e Francesca Frati. La condanna di fatto conferma appunto la ricostruzione dei fatti sostenuta dalla parte civile. Secondo i legali quella sera Samuele non attraversò in modo improvviso e imprevisto, ma lo fece dopo aver guardato la strada, e dopo che altre auto, che arrivavano in direzione opposte a quella della vettura che lo investì, si erano già fermate per farlo passare. In questo anni la famiglia si è battuta anche contro le convinzioni della stessa procura fiorentina, che per due volte aveva chiesto l'archiviazione del caso ritenendo che si fosse trattato di una fatalità inevitabile. La sentenza, sottolineano gli avvocati Carlo Ammirati e Francesca Frati, ha riconosciuto "vari profili di responsabilità a carico dell’imputata, su tutti la distrazione e la velocità non adeguata alle circostanze dei luoghi".
Samuele aveva appena iniziato la seconda media. Quella sera stava andando al parco per vedere gli amichetti, come facevano spesso. Perse la vita per le gravi ferite riportate a seguito dell'urto fortissimo contro il montante del parabrezza dell'utilitaria guidata dalla ventitreenne .Gli avvocati di parte civile spiegano che i genitori di Samuele sono soddisfatti della sentenza per la giustizia fatta, ma soprattutto perché ha messo in luce il carattere di Samuele che, a dispetto della giovane età, era sempre stato un ragazzo prudente e giudizioso. —
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