Centrosinistra urge un nuovo pensiero
In questi giorni si sono svolti due eventi di assoluto rilievo per le forze del Centrosinistra: la riunione della Direzione del Pp e l’assemblea nazionale di Art1 Mdp, alla quale hanno partecipato come ospiti anche Enrico Letta e Giuseppe Conte.
Nell’assise Pd il segretario ha confermato che il campo a cui deve guardare il suo partito è quello di un’intesa con i Cinque Stelle e le forze civiche e di Sinistra precisando, credo correttamente, che ciò che è decisivo per una forza politica, prima ancora che definire il quadro delle alleanze, è riuscire a declinarne la propria identità, cioè il proprio profilo programmatico e di valori.
Enrico Letta peraltro non solo ha precisato la collocazione del Pd nell alveo del riformismo progressista nettamente alternativo alla Destra ma ha anche preannunciato un’importante novità: l’avvio di una serie di iniziative che aprano il suo partito al confronto con soggetti diversi del civismo e della Sinistra e che si configurino come «delle vere e proprie "agorà"» .
All’assemblea nazionale di Art1 Mdp non è sfuggi ta questa rilevante apertura tanto che Roberto Speranza ha puntualmente sottolineato che se le "agorà" saranno davvero il tentativo di ricostruire un pensiero e un soggetto nuovo Art1 Mdp vi parteciperà con le proprie forze e le proprie idee. Tuttavia per la costruzione di un campo progressista largo e plurale il cammino è ancora lungo e tortuoso, prova ne sia le difficoltà che il Centrosinistra sta incontrando per presentare candidature unitarie alle prossime elezioni amministrative e le resistenze e gli ostacoli che rendono difficoltoso il lavoro di Giuseppe Conte volto a ridefinire il profilo politico e organizzativo del Movimento Cinque Stelle.
Comunque la possibilità che il fronte progressista possa presentare un’offerta politica vincente, al di là delle varie e possibili formule organizzative, dipenderà sostanzialmente dalla capacità di declinare un progetto tale da indi care nuovi obbiettivi di equità, di giustizia sociale, di lotta alle disuguaglianze. Vorrà pur dire qualcosa se, fino a oggi, il Centrosinistra e in particolare il Pd che ne è il soggetto principale hanno avuto una maggiore capacita di attrazione tra i ceti più abbienti e istruiti e, di contro, fortissime difficoltà nelle fasce sociali più disagiate, spesso invece abbagliate dalla falsa idea di protezione di cui la Destra si è fatta abilmente portatrice.
Un lavoro meno precario e parcellizzato, un fisco ispirato a criteri di progressività e in grado di "prendere" di più dai grandi patrimoni e di combattere l’abnorme evasione fiscale, la valorizzazione dei beni pubblici fondamentali quali la salute, l’istruzione, il welfare, la difesa dei diritti civili: questi sono solo i titoli di una nuova e più avanzata proposta al Paese che il Centrosinistra dovrà essere in grado di presentare se vorrà davvero sperare di battere l asse Salvini-Meloni.
Insomma, c’è bisogno sul serio di svoltare rispetto a una fase storica in cui le forze progressiste hanno pensato che la globalizzazione comportasse sic et simpliciter benefici e avanzamenti per tutti. Non è stato cosi, le disuguaglianze sono cresciute e molti sono rimasti indietro. Serve dunque un nuovo Pensiero, dopodiché le formule politiche e organizzative seguiranno. --
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