Sale la febbre da ritorno in pista a Mantova. «Sì alle discoteche Covid free»
MANTOVA. Due serate a cavallo tra intrattenimento ed esperimento scientifico per tornare a vedere la luce dopo un anno e mezzo drammatico per il settore. Il mondo delle discoteche e dei locali notturni guarda con speranza ai due appuntamenti in programma nei prossimi giorni. Al Fabrique di Milano, locale al chiuso, e al Praja di Gallipoli, discoteca all'aperto, saranno organizzate serate alle quali potranno prendere parte circa duemila giovani.
Potranno accedere solo ragazzi e ragazze con una sorta di green pass, ottenibile con un attestato di guarigione dal Covid, l'esito di un tampone negativo fatto nelle 36 ore precedenti o un certificato di avvenuta vaccinazione. All'uscita sarà poi necessario effettuare il tampone. Di fatto un esperimento per verificare la bontà dei protocolli anti Covid pensati in vista di una futura riapertura. Artefice dell'operazione è Silb-Fipe Confcommercio. «Test simili si sono tenuti in Spagna, Olanda, Gran Bretagna e non si sono registrati contagi – spiega Maurizio Pasca, presidente nazionale Silb – le nostre attività sono chiuse da quindici mesi, con solo il 10% che ha riaperto per un breve periodo nell'estate scorsa. Il nostro protocollo è stato sottoscritto da medici come Lopalco, Bassetti e Cascio. Crediamo si possa riaprire in sicurezza, con i protocolli i nostri locali possono essere Covid free. Si teme per gli assembramenti? Non ha senso tenerci chiusi per quello. Si vedono assembramenti ovunque: nelle strade, sui mezzi pubblici, nei mercati, in occasione di festeggiamenti. Ad essere sacrificati siamo sempre noi. Il 30% delle discoteche ha chiuso definitivamente, un altro 40% farà la stessa fine nel caso non si riaprisse in estate. Riteniamo preferibile che i ragazzi si divertano in locali controllati e non in modi e luoghi improvvisati».
Sulla stessa lunghezza d'onda Carmen Venerandi, presidente Silb-Fipe Confcommercio Mantova e titolare del Mascara. «Questi test potrebbero aprire la strada alle riaperture dei nostri locali e sono ovviamente favorevole alla loro realizzazione – spiega – come categoria mettiamo al primo posto la salute dei nostri avventori, come è chiaro dal protocollo che proporremo alle autorità. Il desiderio è quello di tornare a lavorare presto, in particolare con gli estivi, per poi riaprire anche al chiuso da settembre-ottobre. Le vaccinazioni vanno avanti, speriamo di essere sulla strada giusta».
Tra i gestori, ottimista Nicola Marchi del Chiringuito. «Noi siamo già aperti nel weekend come ristorante con sottofondo musicale. L'esperimento mi sembra un fatto positivo, qualcosa si muove. Penso che da metà luglio avremo la possibilità di fare qualcosa in più. Magari con capienza ridotta, ma sempre un primo passo verso la normalità».
Più attendista Elena Bassoli del Priscilla di Poggio Rusco. «La cosa che mi rende felice è che si torni a parlare di discoteche nel dibattito, dopo che per mesi di noi non aveva parlato nessuno. Noi siamo un locale al chiuso e siamo fermi dal febbraio 2020. Vedremo nel dettaglio i protocolli, visto che per una piccola realtà di provincia come la nostra potranno essere più complicati da sostenere rispetto a locali di grandi città». Infine, Corrado Cortellazzi del Jolly di Roncoferraro. «La priorità è superare il coprifuoco. Sennò è come avere le ali e non poter volare. Sulle riaperture non commento per scaramanzia, troppe delusioni nei mesi scorsi. Speriamo che i vaccini portino all'eliminazione in futuro delle mascherine. Noi e i nostri locali viviamo di socialità e rapporto umani».