Bloccato per ora il depuratore a Lonato, torna l’ipotesi Gavardo-Montichiari
ALTO MANTOVANO.Non passa l’ipotesi Lonato come sede del depuratore della parte bresciana del Garda. Dopo le nette e politicamente pesanti prese di posizione della Comunità del Garda e della sua presidente, il ministro Maria Stella Gelmini, della Provincia di Mantova, di oltre una cinquantina di sindaci favorevoli ad un ripensamento, il ministero della Transizione ecologica ha dato un mese di tempo in più per verificare le due ipotesi sul tavolo. Torna quindi in discussione anche il progetto di due depuratori a Gavardo e Montichiari e si aprono spazi per il coinvolgimento degli enti mantovani, rimasti sinora esclusi dalla partita che li riguarda, poiché le acque depurate finiranno nel Chiese.
Nell’incontro di martedì 18 maggio, Ato Brescia (incaricato tre anni fa della scelta sulla localizzazione) ha comunicato che la soluzione con maggior “generale condivisione” è quella di Lonato. Il ministero, da quanto emerge da alcuni partecipanti, avrebbe replicato rilevando che la nuova soluzione non ha consenso unanime, che Lonato rimane meno performante, allunga il cronoprogramma di ben 3 anni, ha ricadute negative anche sulle tempistiche della sponda veronese e che la dismissione della condotta sublacuale che oggi porta i reflui della sponda bresciana al depuratore di Peschiera non può più attendere.
Ato Verona e Regione Veneto, oltre alla loro contrarietà hanno anche evidenziato che se si scegliesse l’ipotesi Lonato e quindi un prolungamento dei tempi, questo avrebbe un costo ulteriore per la sponda veronese, costo di cui dovrebbe farsi carico Ato Brescia. A conclusione, non è stato dato alcun via libera a Lonato e Ato Brescia avrà un mese di tempo per integrare la documentazione tra cui i cronoprogrammi sia di Gavardo-Montichiari, sia di Lonato. Poi il ministero si esprimerà definitivamente.
«Il ministero - commenta l’onorevole mantovana Anna Lisa Baroni (Forza Italia - ha formalmente riconosciuto che l’ipotesi Lonato è peggiorativa sotto tutto i parametri: tempi, costi e impatto ambientale. L’ipotesi non ha mitigato le controversie e neppure ha trovato consenso, per questo l’ha stoppata. Grazie anche ai nostri interventi Ato di Brescia non aprirà, come voleva, la conferenza di servizi e avvierà l’iter procedurale con l’ipotesi Lonato, cosa che, se si fosse verificata, sarebbe stato difficile poi fermare. Ato Brescia entro 3 settimane porterà in cabina di regia un cronoprogramma riferito al reale confronto tra le due soluzioni Gavardo-Montichiari e Lonato. Abbiamo ribadito che ci affidiamo alla decisione del ministero che sarà tecnica e sgombra da ogni interesse politico, nel generale interesse dei territori, Mantovano compreso, e soprattutto del lago di Garda, che rappresenta il 40% dell’acqua dolce del nostro Paese e 50 km cubi di acqua dolce. E che costituisce una riserva idrica decisiva per le future generazioni».