Lavoro clandestino in un laboratorio, scattano le denunce
MOGLIA.La polizia locale coordinata dal comandante Enrico Algeri nel corso di normali controlli sul territorio si è imbattuta un mese fa in una situazione abitativa, tuttora da chiarire, per la quale la i carabinieri della Compagnia Comando di Gonzaga stanno svolgendo accurate indagini. Scoperto anche un laboratorio clandestino di maglieria.
In via Canova nei pressi dell'argine sul fiume Secchia sono stati trovati in una casa di proprietà di un cittadino di origine pakistana residente a Brescia, due suoi connazionali non in regola con i documenti. Uno in modo particolare è stato invitato a presentarsi in questura a Brescia per regolarizzare la sua posizione. Nel corso di un'ispezione della polizia locale è stato anche scoperto un laboratorio con macchine per maglieria. In base ai vari accertamenti, il proprietario dell'abitazione residente nella città della Leonessa è stato denunciato per i reati di immigrazione clandestina e per sfruttamento del lavoro clandestino. Sembra infatti che questo personaggio, non solo provvedesse alla gestione dell'impresa sotto l'aspetto delle apparecchiature e delle commesse, ma si occupasse in prima persona di reclutare immigrati e della loro assunzione, ovviamente in nero. Le indagini, tuttavia, non sono ancora terminate.
Per la polizia locale, il laboratorio maglieria gestito dai due pakistani, uno di 26 anni e l'altro di 29 anni, almeno per quanto riguarda il territorio della Bassa mantovana è stata una vera e propria sorpresa. Pare infatti che questa attività, solitamente svolta da gruppi di famiglie cinesi sia ora passata in mano ai pakistani, alcuni dei quali, già scoperti e denunciati operavano illegalmente tra Carpi e la Bassa modenese. Per non essere scoperti i due pakistani trovati nell'abitazione di via Canova hanno sempre tenuto un profilo basso, tuttavia i macchinari sono stati sequestrati. Al vaglio da parte dei carabinieri di Gonzaga altre irregolarità amministrative. Resta altresì da verificare chi abbia portato da Brescia i due immigrati, dato che non possiedono mezzi di trasporto. Non è escluso che dietro ci possa essere un'organizzazione malavitosa che sfrutta immigrati per farli lavorare in nero.