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Май
2021

A Mantova Battiato sempre protagonista, portò musica, cinema e poesia

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CATANIA. Un addio doloroso, capace di creare una vasta ondata di cordoglio e commozione che ha valicato ampiamente i confini del mondo della musica. Franco Battiato ci ha lasciato a 76 anni, spegnendosi nella sua casa di Milo, Catania.

Un gigante della musica italiana che i mantovani hanno avuto il privilegio di vedere dal vivo più volte, e non solo nelle vesti di cantautore.

I primi concerti nel Mantovano risalgono ai primi anni Ottanta. Una tre giorni a cura del Comune durante la quale divise il palco con artisti come Vasco Rossi e Banco del Mutuo Soccorso, e, il 15 luglio 1981, un insolito live al campo sportivo di Castellucchio.

Tanti gli appuntamenti negli anni Novanta, mentre sono stati ben sei gli eventi di cui è stato protagonista in città dal Duemila in poi.

Nel 2004 un concerto da tutto esaurito all’esedra di Palazzo Te.

L'anno successivo, il 27 ottobre 2005, una serata al teatro Sociale, con al suo fianco Manlio Sgalambro, per la presentazione di Musikanten, suo secondo film da regista. Si passa al 2006, con l’esibizione in piazza Sordello, insieme ad altri giganti della musica italiana, nella serata omaggio a Umberto Bindi che apriva il Mantova Musica Festival.

Battiato eseguì Il mio mondo. Nel 2009 il ricordo, in compagnia di Bianca Pitzorno, di Giuni Russo al Festivaletteratura. Infine, le ultime due tappe: un nuovo sold out al Sociale nel 2013 per una data del tour di Apriti Sesamo e il live con Alice in piazza Castello nel 2016.

A ricordarlo anche i musicisti mantovani che hanno condiviso con lui i palchi di tutto il mondo.

A partire dal violinista Luca Bertazzi. «Ho collaborato con Battiato per dieci anni. Sia con l’Orchestra dei Virtuosi Italiani sia in veste di violino elettrico. Ero sul palco con lui al concerto di Baghdad nel 1992, nel tour de L'imboscata, due volte a Roma per il 1° maggio, perfino al Festivalbar. Era la persona più indipendente mai conosciuta in vita mia. Sempre sulla sua strada, con le sue convinzioni, le sue idee geniali. Ha scritto canzoni straordinarie, capolavori immortali. Sapeva anticipare i cambiamenti nei gusti del pubblico. Tanti colleghi lo studiavano proprio per questo, cercavano di capire cosa si stesse inventando di nuovo».

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Il batterista Gianni Dall'Aglio ricorda i suoi inizi. «Nei primi anni Settanta ci alternavamo nelle stesse serate sul palco de Il Tricheco, un locale di Milano. Lui era appena arrivato dalla Sicilia. Ci siamo ritrovati anni dopo in sala d'incisione, quando capii quanto si era evoluta la sua ricerca artistica. Ci siamo riabbracciati trent'anni dopo, nel 2005, a Rockpolitik, il programma di Celentano. Ricordo uno sguardo pieno di dolcezza. Credo che la spiritualità di tutti gli uomini oggi abbia perso qualcosa».

Festivalletteratura 2009 Battiato e Bianca Pitzorno




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