Sostegno dai medici nella battaglia per l’hub
BOZZOLO. Non molla affatto il sindaco di Bozzolo, Giuseppe Torchio, nel tentativo di ottenere dalle autorità sanitarie il via libera per aprire l’hub vaccinale nel palazzetto dello sport del paese.
Anzi, trova nuova linfa dal sostegno arrivatogli dalla sezione Iml di Mantova, la cooperativa Iniziativa Medica Lombarda a cui aderiscono anche gli undici medici di base che operano al Pot (presidio ospedaliero territoriale) di Bozzolo.
In una nota dapprima i medici di medicina generale, principali attori di ogni campagna vaccinale protestano per come vengono utilizzati perché, pur avendo dato la disponibilità, anche questa volta ricevono le dosi col contagocce, quasi senza preavviso, con poche ore di tempo per programmare la somministrazione ai loro assistiti prima che il preparato scada (qualcuno sarebbe anche andato per ritirarlo e poi non era arrivato).
Esplicitamente i medici si soffermano poi sull’hub di Bozzolo, mettendo per iscritto che «come sezione Iml mantovana siamo in grado di garantire presso il centro vaccinale identificato a Bozzolo, la sussistenza di cinque linee vaccinali attraverso la turnazione dell’attività di medici soci e non soci, oltre alla presenza di personale infermieristico e amministrativo dedicato». Dunque, «chiediamo il riconoscimento a Iml e ai suoi numerosi medici soci presenti nella Ats Val Padana della possibilità di prendere parte attiva nel più breve tempo possibile alla campagna vaccinale organizzata dalla Regione».
Dal canto suo, Giuseppe Torchio torna a sottolineare come il problema della scarsità di vaccini in certi momenti non sia una giustificazione, come è stato detto la scorsa settimana, per la mancata attivazione di Bozzolo. «Basta vedere le dichiarazioni sul fatto che sono in arrivo in Italia milioni di dosi per garantire la somministrazione della vaccinazioni a nuove fasce di età già programmate» conclude il sindaco.
Insomma, restano un fatto inspiegabile le autorizzazioni rimaste sulla carta per l’apertura a Bozzolo di un centro vaccinale, prima all’ospedale e poi al palazzetto dello sport, per il quale si sono detti disposti a collaborare anche medici e infermieri già in pensione.