Coronavirus, allarme dei pediatri: “Con la scuola in Dad cresciuti di 9 volte i disturbi alimentari”
ROMA. La scuola in Dad e la privazione della socializzazione in classe «ha rappresentato uno degli effetti collaterali più devastanti del Covid per la fascia di popolazione in età scolare». Soprattutto, si registra «un incremento vertiginoso delle patologie di natura neuro psichiatrica, a partire dai disturbi del comportamento alimentare, che nel solo Istituto del Bambino Gesù di Roma sono cresciuti di otto-nove volte rispetto al consueto, fino ad arrivare ai tentativi di suicidio».
E’ quanto emerso oggi da una conversazione tra la segretaria generale della CISL Scuola, Maddalena Gissi, e il professor Alberto Villani, direttore del Dipartimento di Emergenza e Accettazione di Pediatria Generale presso l'ospedale Bambino Gesù di Roma, nonché presidente della Società Italiana di Pediatria. Una ricerca condotta a livello nazionale evidenzia come l'incremento di incidenza di queste patologie sia calcolabile tra il 400% e il 2000%.
Non a caso la necessità di un deciso incremento del volume di investimenti sulla scuola era uno dei punti che la Società Italiana di Pediatria indicava già in una lettera consegnata al presidente del Consiglio, Mario Draghi, subito dopo il suo insediamento a palazzo Chigi: nel documento sono indicate alcune delle problematiche sulle quali è più urgente intervenire. L'emergenza pandemica, è inoltre spiegato, «evidenzia la necessità di ampliare tempi e spazi della scuola, a vantaggio soprattutto delle aree di maggior fragilità sociale, dando risposte alle crescenti situazioni di solitudine legate a un trend demografico in cui aumentano i figli unici».
Sostegni bis: 20 milioni per il sostengo psicologico
Su questa linea va il capitolo del Dl Sostegni bis che destina poco meno di 20 milioni di euro per affrontare il disagio giovanile aumentato durante l'emergenza Covid. «Con queste risorse Asl e altri enti del Servizio sanitario nazionale potranno rafforzare i servizi di assistenza psicologica per bambini e adolescenti che abbiamo sviluppato forme di disagio e malessere psicologico, in seguito alla pandemia da Covid-19 e per fornire prestazioni psicologiche, anche domiciliari, a cittadini e operatori sanitari»
E se da più parti arriva un plauso per questa decisione e per la somma destinata, secondo l’ex ministra dell'Istruzione e deputata M5s, Lucia Azzolina, i fondi «sono davvero troppo pochi. La scorsa estate per la ripartenza di settembre avevo previsto il doppio di queste risorse, ed era una situazione molto diversa da quella di oggi: il disagio giovanile non era certamente esploso come adesso». Secondo Azzolina, «c'è il tempo per intervenire e modificare una misura al momento deludente».