Il colosso del cibo a domicilio “Just Eat” scommette su Trieste e assume 160 rider
TRIESTE Just Eat si prepara ad assumere a Trieste 160 rider. Un cambio di passo epocale nel settore, che vede il capoluogo giuliano scelto come prima città della regione in cui il colosso del digital food delivery applicherà il nuovo modello di lavoro subordinato. Viene data così concretezza all’accordo raggiunto il 29 marzo scorso tra Just Eat e Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti per il primo contratto collettivo aziendale utile a inquadrare i rider nel Ccnl del settore logistica, trasporto, merci e spedizioni. «Con l’implementazione del nuovo modello - spiega Just Eat - il gruppo prosegue nel percorso di investimento sul territorio, creando posti di lavoro nella città, generando opportunità a sostegno della crescita del mercato del food delivery e migliorando il livello del servizio».
Il contratto prevede l’applicazione di festività, lavoro straordinario, ferie, malattia, maternità e paternità. La retribuzione segue le tabelle previste dal Ccnl, con un compenso orario che di norma non sarà inferiore a 9 euro sino alla maturazione di un’anzianità lavorativa della durata complessiva di due anni. «Ad un salario orario di partenza di 8,50 euro - spiega Just Eat - si aggiunge infatti il premio di risultato di 0.25 euro a consegna e l’accantonamento del Tfr, oltre alle eventuali maggiorazioni per il lavoro supplementare, straordinario, festivo e notturno».
A Trieste sono previsti diversi regimi di part time da 10, 20 o 30 ore. Ai rider che già consegnano per la piattaforma come lavoratori autonomi verrà data priorità. Sono previste inoltre indennità a titolo di rimborso chilometrico, per l’acquisto di igienizzanti e mascherine, oltre che a dotazioni di sicurezza quali il casco. «In aggiunta alle coperture assicurative fornite da Inps e Inail, sarà fornita un’assicurazione nel caso si verifichi un incidente grave sul lavoro», spiega Just Eat. La candidatura per consegnare con Just Eat avviene su www.takeaway.com/drivers/it/.
Il leader mondiale delle consegne a domicilio punta molto su Trieste. Qui il servizio di consegna di margherite e sushi ha raggiunto numeri da capogiro, «con un potenziale di crescita della città – indica l’azienda – che registra un trend positivo anno su anno, con un incremento del 30% dei ristoranti che hanno scelto il digital food delivery, arrivando a oltre 250 totali attivi su Just Eat in città e 20 tipologie di cucine diverse per ordinare via app». Tra le cucine più apprezzate, oltre alla pizza, ci sono hamburger e giapponese, con quella cinese in netta crescita. La giornata in cui si ordina di più è il sabato.
Tra le centinaia di rider che lavorano in città – la maggior parte stranieri – c’è stupore, ma anche qualche perplessità. «Io non lavoro per Just Eat, – racconta Enrico Boscarol, 22 anni – ma faccio consegne per tre locali che propongono questo servizio autonomamente. Se propongono veramente un contratto proverò a candidarmi, anche perché i margini per lavorare ci sono: la gente prenota cibo a casa come se non ci fosse un domani e quindi penso sia un posto sicuro». Boscarol però ha anche qualche dubbio: «Non vorrei che i ritmi da tenere alla fine si rivelassero un po’ quelli di chi fa consegne per Amazon o affini. In fondo, – spiega – io oggi se voglio mi posso fermare mezz’ora, non lavorare una settimana e decidere a che ora finire: forse con il contratto non sarà così perché, giustamente, viene richiesto un ritmo diverso».