La scoperta dello storico Barone: la Cia nel 1953 spiava il sindacato a Ronchi
RONCHI C’è anche un po’di Ronchi dei Legionari negli archivi della Cia, la più famosa agenzia di spionaggio civile del governo federale degli Stati Uniti d’America, costituita nel 1947 dall’allora Presidente Truman.
A partire dagli anni Ottanta l’agenzia ha avviato un processo di declassificazione dei documenti considerati storicamente più significativi. Il passo più importante fu fatto dal direttore, William Casey, il quale autorizzò la declassificazione ed il trasferimento di nove milioni di pagine di documenti.
Ma sarà con l’ordine del presidente Clinton, del 1995, che si dispose che ogni fascicolo governativo vecchio di almeno 25 anni e «dotato di un valore storico» dovesse essere semplicemente desecretato e messo a disposizione.
«In una delle ricerche sul nostro territorio, negli archivi messi a disposizione della Cia – racconta lo storico, Marco Barone – mi sono imbattuto in alcuni documenti dove c’è anche Ronchi. Interessante notare come la Cia, dal punto di vista storico, sia stata quasi ossessionata dalla questione del problema comunismo lungo il confine orientale. Decine e decine di documenti su comunisti ed attività di comunisti, con tanto di schedature sono all’ordine del giorno».
Un primo documento dove si cita la cittadina è ovviamente, a posteriori, sulla marcia di occupazione di Fiume. De-secretato il 14 aprile 2009, parla della storia di Fiume e così si legge su Ronchi dei Legionari a proposito di quella che venne definita come l’avventura di D’Annunzio.
«A Ronchi, vicino Trieste, si raccolse un gruppo di uomini, per occupare la città di Fiume». Più significativo il secondo documento, che si inserisce nell’attività di spionaggio verso i comunisti e le organizzazioni sindacali e le lotte dei lavoratori. Declassificato nel giugno del 2012 ed è un notiziario della Cgil del 20 settembre 1953, finito, chissà come, nelle mani della Cia.
«Si parla, tra le altre questioni – continua Barone – dell’importante congresso che si svolse a Ronchi dei Legionari nel 1953, impegnate le commissioni interne ed delegati d’impresa della provincia di Gorizia, con la presenza di tutte le rappresentanze sindacali e dove si cita anche il sindaco di allora, Francesco Furlani».
Si dà spazio, sul notiziario, come conservato negli archivi della Cia, alla relazione di Emilia Zotti del Cotonificio triestino di viale Garibaldi, la quale denunciava con fermezza i soprusi subiti dai lavoratori e la necessità di continuare nella lotta per la difesa dei lavoratori tessili. Ci sarà il saluto di Rolando Cian dell’unione sindacale provinciale e quella di Fulvio Bergamas che parlerà della resistenza del cotonificio ronchese come monito per gli industriali. Ma ci saranno altri interventi contenuti nel documento in possesso dei funzionari dell’intelligence americana che, non si esclude, avrebbero potuto avere degli infiltrati a quel convegno.
Una marea di incartamenti che sfocia nella risoluzione del convegno di Ronchi del 27 agosto 1953 pubblicata sempre nel notiziario che denuncia i metodi che offendono la dignità umana e invitava tutti i lavoratori a stringersi attorno ai propri rappresentanti sindacali per «arginare l’offensiva padronale».