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Май
2021

All’aeroporto di Gorizia arriva l’azienda che produce droni

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GORIZIA Non è stato un periodo per nulla facile per l’aeroporto di Gorizia. Non che la storia recente dello scalo si sia caratterizzata per i grandi successi ma la pandemia, unita alla dura vertenza che vede contrapposti il Mibact e l’Enac, ha disseminato di nuovi ostacoli il percorso verso il rilancio dello scalo. E la preoccupazione cresce, considerata la recente ricapitalizzazione (onerosa per il Comune) e l’apparente assenza di risultati tangibili.

Ma oggi arriva una buona notizia, ufficializzata dall’assessore comunale a Bilancio e Società partecipate, Dario Obizzi. Un’azienda che produce droni, una start up, ha fatto richiesta ufficiale di poter utilizzare un hangar, accanto a quello utilizzato dalla consortile, per poter impiantare uno stabilimento produttivo in area aeroportuale.

L’annuncio

dell’assessore

Se ne parlato, in queste ore, anche nella riunione della commissione a Bilancio e Partecipate, dedicata, nella prima parte, alla disamina del Documento unico di programmazione (meglio conosciuto come Dup). «Confermo tutto. L’azienda si chiama “Skyproxima” e ha sede legale a Trieste, il laboratorio si trova a Mogliano Veneto mentre la sede commerciale è a Milano. C’è la possibilità concreta di intraprendere una trattativa per affidare in concessione un hangar nell’area del “Duca d’Aosta”», sottolinea l’assessore comunale. Che definisce «molto positivo» questo sviluppo. «Significa che c’è interesse per il nostro aeroporto e per il suo sedime». L’azienda, come già succede per la Pipistrel, avrebbe la possibilità di testare le sue produzioni utilizzando il campo di volo immenso e con caratteristiche ideali per lo sviluppo dei velivoli. «Il mio auspicio è che l’operazione possa andare a buon fine. L’azienda si è fatta viva attraverso il numero uno della Consortile Rolando Parmesani e ha elaborato una proposta molto interessante, corredata dalla domanda di concessione dell’hangar».

Parola al ceo

dell’azienda

E che la Skyproxima faccia sul serio lo conferma Daniele Gulic, triestino, ceo della società. È stato elaborato un piano industriale spalmato su tre anni e l’obiettivo, a regime, è di impiegare 35 persone. Non un numero enorme ma un passo importante sulla via della creazione del Polo aeronautico, ad oggi solo favoleggiato. «Ci stiamo specializzando nel settore aero-spazio di carattere industriale. Due le direttrici: trasporto medicale e logistico e creazione di nuovi service on orbit (in orbita). A Gorizia - spiega Gulic - vogliamo andare a produrre i primi droni robotici. Si tratta di soluzioni progettate da noi ma saremo in grado anche di rispondere a necessità ad hoc. Abbiamo concluso accordi con una società britannica». Perché Gorizia? Perché la scelta di investire sul “Duca d’Aosta”? «È l’habitat ideale per la nostra attività sia per gli spazi operativi sia per le infrastrutture. Le nostre produzioni sono studiate per un impiego terrestre ma, in una seconda fase, punteremo anche allo scenario orbitale».

La vertenza

Mibact-Enac

Sullo sfondo continua la vertenza fra il Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali) e l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile). È in ballo anche un ricorso al Tar, come spiega l’assessore comunale alle Partecipate. «Il Mibact mette in discussione il bando di concessione dell’aeroporto con la Soprintendenza che ha messo sotto tutela tutto il “Duca d’Aosta” mentre l’Enac controbatte che la concessione è regolare», sintetizza Dario Obizzi.




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