Franco Battiato ci ha lasciato. Lo ricordiamo ripubblicando l'intervista dal tema Maestri di vita rilasciata a GQ nel 2008
Franco Battiato, per prima cosa, è alto. Nelle sue canzoni ha scritto frasi come «lo shivaismo tantrico di stile dionisiaco» o «nelle mie orbite si scontrano tribù di sub-urbani, di aminoacidi, latenti shock addizionali». Sì. E spesso parla di Sufismo, di meditazione o di esoterismo lappone. Già. Lo ha fatto anche durante questa intervista. Oscuro, qua e là. Talvolta si perde nelle frasi labirintiche da lui stesso create. Ma Franco Battiato è troppo intelligente per essere solo Franco Battiato. E siccome l’intelligenza è spesso portatrice sana di ironia, ho scoperto un uomo divertente, di una leggerezza molto profonda, che sgorga da una vita, la sua, che sembra aver davvero seguito un percorso. Un uomo complesso e semplice. Misterioso.
Mi è venuta alla mente La lettera rubata di Poe: il modo migliore per nascondere qualcosa è metterla in mostra. Lo incontro in un pomeriggio milanese, nello studio dove sta ultimando il mix di Fleurs 2, il suo nuovo disco. Nelle due ore in cui sono riuscito a tenerlo fermo sul divano, davanti a me c’era un bambino di sessant’anni che non vedeva l’ora di tornare nella sala del mixer, a giocare con la musica. Un uomo che dell’esistenza sembra aver capito davvero qualcosa.
Tanto da farmi venire un dubbio: che abbia ragione lui?
Cos’è un uomo?
«Questa è facilissima... (Ride) L’Essere Umano? Io sono uno di quei cretini che dubita fortemente che ci sia stato un Big Bang. Credo che la materia sia una realtà virtuale, non è così reale come sembra e quindi, forse, arriviamo da altre parti...».
E l’uomo inteso come maschio, cos’è?
«Uomo è chi è degno di esserlo. Sapere cos’è stata la Storia e quindi essere all’altezza di capire i grandi del passato, calcolare la differenza che c’è tra i grandi e i miserabili e decidere da quale parte stare. Una questione di coscienza».
Quando un uomo è un artista?
«Quando attraverso di lui passano codici elevati, sotto forma di quella che chiamiamo “ispirazione”. Quando tu ascolti un capolavoro musicale, senti (se non hai i canali otturati) che
c’è qualcosa che ti trascina in alto, qualcosa che prescinde e trascende la natura umana».
Come deve comportarsi un uomo al cospetto dei propri miti?
«Miti non ne ho mai avuti. Quando ascoltavo i Beatles ascoltavo semplicemente un gruppo che
faceva musica. Quello che mi succede, piuttosto, è di eccitarmi per il talento. Non ho mai detto l’infelice frase: “Avrei voluto scriverla io”. Perché quando ascolti una bella canzone, si cristallizzano in te svariate sensazioni di vita... quindi cos’altro vuoi, i diritti d’autore?».
Si può «cambiare idea sulle cose e sulla gente»?
«Cambiare idea è un dovere e una necessità, e non un capriccio o una debolezza; è una crescita
evolutiva. Un uomo DEVE cambiare idea, se non è contento di quello che è. Spesso ci sono persone contente di quello che sono perché non si sono affatto analizzate: magari uno è uno stronzo e continuerà a restare tale. È quando entra in campo la consapevolezza che subentra anche la crisi».
Quindi se uno è consapevole di essere uno stronzo ed è contento di esserlo, allora è felice?
«No: pensa di esserlo. C’è una grande differenza».
Un uomo deve cercare un «centro di gravità permanente»?
«Un uomo deve cercare di sapere chi alberga dentro di lui. Il centro di gravità permanente lasciamolo stare, è solo una formula. Parliamo di evoluzione, che è ancora più importante: tu cosa devi fare? Devi analizzarti, sapere cosa entra nel tuo cervello e cosa esce. Quali sono i tuoi stati emotivi, governarli, dominarli. Perché, bada, sono gli eventi a dominarci, non è il contrario».
Che rapporto bisogna avere con corpo e mente?
«La mente è la cosa più pericolosa del nostro sistema, mentre il corpo è più sano. La mente “bassa” è piena di problemi e ti può far dimenticare tutto il resto: tu cammini per strada e sei così preso dai tuoi pensieri che non ti accorgi della gente o che è una bella giornata: i pensieri ti ottundono. La mente domina il corpo. Per cui quando domini la mente è una bella soddisfazione».
Un uomo può usare «profumi e deodoranti»?
«Non solo li uso, sono un fanatico! Però attenzione: ho dei gusti aristocratici. Quando entro in un
ascensore, quelli che sento non sono profumi ma insetticidi! È come se un certo genere femminile
volesse dire: “Io sono una stronza”. Appena passano sei disturbato dalla violenza del loro profumo, e pensi: “Questa è un’antipatica”. Il profumo deve essere una cosa discreta».
Quali sono i profumi che usi?
«I profumi che uso sono molto ricercati, non si trovano certo nei supermercati. Comunque, uno dei
miei preferiti è Tam Dao della Diptyque».
Quali sono le cose per cui vale la pena vivere?
«La vita. La vita in sé».
Quali le cose che danno la felicità?
«Il rapporto equilibrato con il resto del creato, con la natura. Cielo, nuvole, alberi, sono cose che riassestano l’uomo nella sua condizione reale».
Si può ottenerlo anche vivendo in una città?
«Sì. Pratico la meditazione da 38 anni. Ho vissuto per 13 in una casa dove meditavo in una stanzetta che dava su un cortile in cemento in cui si vedeva un solo albero: quell’albero mi bastava».
Su cosa un uomo dovrebbe avere le idee chiare?
«Ho una grande ammirazione per chi ha chiaro dentro cos’è il Bene e cos’è il Male».
Un uomo può tornare indietro?
«Sì. Diversi mistici hanno detto che nel momento in cui stai facendo un’analisi, con coscienza, di
un tuo errore, già sei perdonato».
Un uomo deve saper ballare?
«Questa è una domanda molto interessante. Saper ballare significa avere un rapporto col proprio corpo assolutamente libero. Uno che non sa ballare è perché ha delle chiusure, delle rigidità. Uno che sa ballare ha sciolto tanti nodi dentro di sé, almeno dal punto di vista del suo “centro motorio”».
Tu sai ballare?
«Ho un senso del ritmo... ma non possiedo certo la grazia necessaria per ballare».
Un uomo deve guardare i film horror?
«Io non li sopporto, punto».
Un uomo può ascoltare «i cori russi, la musica finto-rock, la new wave italiana, il free jazz, il punk inglese e la nera africana»?
«Ho cambiato idea su molte cose. Questa frase fa parte del mio essere artista: ho dentro una specie di limite che, quando si supera, mi costringe a prendere una posizione di contrasto. In quel
caso fu una certa saturazione legata a un utilizzo sbagliato di alcune musiche, come per esempio
Beethoven, che mi portò ad andare contro, proprio perché era diventata una moda che snaturava
quel compositore. È come la new age oggi, che a volte diventa addirittura offensiva. È il motivo per cui ho scritto Povera patria: non avrei mai scritto una canzone politica, perché lo reputo un tradimento dell’arte, però sei un artista e sei anche un uomo: certe volte devi scendere in campo
e dire: “Io la penso così”».
Che musica dovrebbe ascoltare un uomo per dimenticare una delusione d’amore?
«Innanzitutto ci si dovrebbe chiedere: perché un uomo ha avuto una delusione d’amore?».
Be’, capita spesso, se uno non è “elevato”.
«Appunto! La delusione d’amore avviene perché tu sei deluso. Sei deluso del fatto che lei non ha
capito quanto sei forte e grande tu».
E magari c’è pure un altro che è meglio di te!
(Ridiamo) «Esatto! Allora: cominciamo col ridimensionare l’ego. Quando qualche amico mi dice: “Sai, mi tratta male”, gli dico: “Non è lei che ti tratta male, sei tu che ti fai trattare male, sei masochista”. Se accetti di essere trattato male è perché hai bisogno di questa schiavitù, che è dominio, cioè tu vuoi che l’altro ti possieda. Invece la grande conquista è quando ti innamori e il tuo sentimento resta uguale, anche se lei ti lascia».
È difficile, però...
«Sembra difficile. Fìdati».
Mi fido: il problema è che la teoria la capisco ma la pratica è un’altra cosa.
«Vero: e sai perché? Quando ti accade qualcosa, sei sopraffatto dall’ossessione e per superarla devi trascenderla. Se non ci riesci allora devi cercare di smaltirla. Se invece capisci il meccanismo, riesci a elevarti sopra di essa, a guardarla dall’alto, e allora vedrai che dirai: “Tutto qua? Ma u curcate!”, che in catanese vuol dire “ma vattene a letto! Cammina!”».
Qual è il modo migliore per dimostrare il proprio amore? Penso anche al testo de La cura.
«Quella è una canzone in cui non viene mai pronunciata la parola amore, perché ne racchiude
vari tipi, come tra padre e figlio, per esempio. Nel caso di una relazione classica, invece, c’è di mezzo il sesso, che fa da discriminante».
Come si dovrebbe corteggiare una donna?
«L’arte del corteggiamento, che ammiro, tecnicamente, come quella del tiro con l’arco, non l’ho
mai praticata».
Qual è il particolare di una donna su cui un uomo non può sorvolare?
«Da ragazzo mi piacevano le gambe, ma quando diventi maturo queste sono sciocchezze. Gli
occhi posso capirlo, perché ti fanno capire se vai d’accordo o no con una donna. Ma è il complesso
che è importante: personalità, intelligenza e anche, non la metto per ultima, una bella conformazione fiisica...».
Non alludevo solo a particolari fisici.
«Be’, allora una cosa che per me è fondamentale è che la donna sia autonoma. Non potrei avere
un rapporto con una donna che dipende da me. Una che ogni sera mi dice: “Che facciamo stasera?” Madonna santa! Un incubo!». (Ride)
Cosa un uomo non dovrebbe mai dire a una donna?
«Puttana».
Deve sempre pagare il conto?
«Sì, lo trovo giusto. E anche far passare prima una donna o aprirle la portiera».
C’è un’esperienza che un uomo dovrebbe fare almeno una volta nella vita?
«La meditazione: è la cosa più forte e bella che ho incontrato nella mia vita, non potrei farne a meno. È una tecnica di avvicinamento alle sfere celesti».
Che cosa un uomo dovrebbe ricordare? E cosa dimenticare?
«Dovrebbe ricordare la lezione del nostro passato. La nostra epoca sta cancellando il nostro passato, la grandezza del nostro passato».
Che cosa fa di un uomo un gentiluomo?
«Questa è una bella domanda. Adoro i gentiluomini. Gentiluomo è chi ha il rispetto degli altri. È uno che non fa dei torti, che ha correttezza morale».
Come si sceglie il proprio abbigliamento?
«È personale. Io, per esempio, non ho mai messo i jeans: li trovo scomodi. L’unica cosa che non mi
piace è la volgarità. Eleganza vuol dire sobrietà».
C’è un dettaglio di stile che è più importante?
«Dipende da chi porta gli abiti. Molti politici appaiono volgari anche con giacca e cravatta».
Un uomo può «mettersi occhiali da sole per avere più carisma e sintomatico mistero»?
«Quella era ovviamente una frase autoironica: io devo mettere gli occhiali scuri perché sono fotofobico. Quindi l’uomo DEVE mettersi gli occhiali da sole!». (Ride)
Qual è il modo migliore per fare una vacanza?
«Le più belle le ho fatte nei conventi, dal Monte Athos ai nostri. La vacanza è bella quando ti riappropri del tempo, per esempio per letture arretrate, e riesci anche a fare anche il bagno».
Il miglior mezzo di trasporto per un uomo?
«Per me, l’aereo».
Come deve regolarsi nella scelta di un hotel?
«A me piacciono gli hotel straordinari. Ma all’inglese: sobri, eleganti, funzionali, piccoli. Una volta
ero a Bath, a 200 km da Londra, in un hotel bellissimo. Nella hall c’erano delle signore inglesi. Sai
qual è l’unico rumore che ho sentito quando sono entrato? Questo (imita le signore che si voltano a guardarlo): il rumore della loro testa che si girava. Che meraviglia».
Qual è il viaggio che un uomo dovrebbe fare almeno una volta nella vita?
«Quello dentro se stesso».
Come deve comportarsi un uomo nei confronti delle sue paure più persistenti?
«Affrontarle. È l’unico modo. Sottometterle».
Come deve comportarsi un uomo nei confronti dei propri rimpianti?
(Fa il gesto di spazzare via le briciole dal tavolo) «You know le geste?».
Quando un uomo può mentire?
«In molti casi DEVE mentire. Quelli che hanno un’avventura e la raccontano alla moglie sono
solo degli STUPIDI! (Si infervora) Rischi di rovinare un rapporto per la Verità. Se è una cosa che non ha lasciato tracce ed è un’avventura, lascia stare, non fare Il Vero, Il Sincero. Se un tuo amico ti mostra il vestito nuovo di cui è tanto orgoglioso, che senso ha dirgli che ti fa schifo?».
Quando un uomo può essere invidioso?
«Mai. L’invidia è una cosa terribile: vuol dire che non ti stai valutando. Ognuno di noi è un essere
speciale – oddio, questa è una frase de La cura! (Guarda l’orologio, si volta verso la sala del mixer, dove non vede l’ora di andare) Ma sono già le quattro! Mi stai svenando!».
Dai, le ultime domande: affrontiamo il rapporto con la morte. Ti interessa?
«È la costante della mia vita».
Quali sono le cose che un uomo dovrebbe comprendere prima che arrivi la sua ora?
«La prima è essere pronto al passaggio: cioè non deve avere conti in sospeso. Staccarsi da tutto.
Che non vuol dire non provare sentimenti, ma vuol dire provarli sapendo che stanno per finire:
consapevolezza del passaggio».
Un uomo ha il diritto di togliersi la vita?
«No. Mai. E sono, ancora oggi, dispiaciuto per quelle persone che trovavo splendide e che si sono suicidate, come Dalida...».
Che rapporto deve avere l’uomo con la divinità?
«Di dipendenza totale, che è poi la vera libertà. Quando qualcuno pensa che essere sottomessi, pregare, sia una forma di schiavitù, sbaglia, è esattamente il contrario: è una liberazione TOTALE».
Come andare in treno?
«In che senso?».
Quando vado in treno mi affido al treno: so che per la durata del viaggio non potrò fare niente, così la mia mente entra in uno stato di libertà: penso, scrivo...
«Be’, questa mi è piaciuta molto! La sottoscrivo pienamente!».
Ultima domanda: qual è il modo migliore per terminare un’intervista con Franco Battiato?
«Salutarsi».
Allora ciao. E si precipita di là, a giocare con la musica.
Felice.
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