Sorpresa: la fata madrina del live action Cinderella prodotto dalla Sony vedrà un attore nero, Billy Porter, nel ruolo della fata madrina. Billy Porter è stato il primo attore nero dichiaratamente omosessuale a vincere un Emmy per la sua interpretazione di Pray Tell nella serie statunitense Pose.
Chi è Billy Porter
Billy Porter agli Oscar 2019 ha indossato un look che ha fatto rumore. Ha calcato il tappeto rosso con uno smoking impossibile da non notare. Niente pantaloni ma una gonna super vaporosa che ha spiazzato tutti.
La protagonista del musical Cinderella è Camila Cabello che debutterà al cinema proprio con questa pellicola e che darà il suo contributo anche per la colonna sonora del film, che arriverà a settembre su Amazon Prime. Il progetto sarà una rivisitazione della fiaba classica. E la fata madrina sarà ovviamente gender less (priva cioè di identità di genere). “I bambini sono pronti” ha detto Billy Porter “Sono gli adulti che hanno bisogno di tempo”. Già ma questo significa non avere capito nulla del valore archetipico delle fiabe. Non a caso usate come forma elementare di indottrinamento dei più piccoli per inculcare in loro il nuovo catechismo Lgbt.
Vanity Fair: è ora di aggiornare i classici
Presentando la novità Vanity Fairscriveva entusiasta: “E’ sinceramente arrivata l’ora di aggiornare i classici rendendoli contemporanei, perché i bambini, e non solo loro, vi si possano rispecchiare”.
La fata madrina sarà gender less
Le prime immagini inedite dell’attore, nelle vesti di Fab G., sono state pubblicate da “Entertainment Weekly”. Billy Porter indossa un estroso vestito arancione, con paillettes, dando vita ad un personaggio che abbandona totalmente la distinzione tra maschile e femminile, verso quella che viene definita “fluidità di genere”.
L’idea di una nuova versione cinematografica in chiave moderna di Cenerentola è venuta al conduttore tvdi Karpool Karaoke eThe Late Late Show, James Corden, che è anche il produttore del film.
Dopo la Ariel nera della Sirenetta un altro esempio di blackwashing
Un altro esempio di blackwashing (sostituire un personaggio bianco con uno nero) che colpisce una favola: era già accaduto con la sirenetta nera Halle Bailey per la parte della romantica Ariel nel remake live-action del cartone del 1989 “Little Mermaid“. Un blackwashing che si unisce ora alla propaganda gender. Povere favole distrutte dai furori ideologici di una minoranza.