Vaccinazioni Covid, diecimila bellunesi over 60 da convincere

Via libera alla campagna nelle farmacie venete, i professionisti bellunesi fanno pratica nel nuovo hub di Sedico

Belluno. Sono ancora 10 mila i bellunesi ultrasessantenni che non si sono vaccinati contro il Covid-19 in provincia. Malgrado gli appelli lanciati a livello regionale, a livello locale e nonostante tutte le opportunità costruite ad hoc per fare in modo che questa categoria si avvicini ai centri vaccinali, lo sforzo pare ancora non aver raggiunto appieno l’obiettivo.

Per questo, su indicazione della Regione Veneto, l’Ulss 1 Dolomiti ha predisposto, un altro piano. Si tratta dell’apertura dei drive-in ad accesso libero senza appuntamento per gli over 60 che saranno immunizzati con il vaccino Johnson&Johnson, che necessita di una sola dose. In questo modo, non avendo neanche il pensiero del richiamo, Regione e azienda sanitaria contano di intercettare il maggior numero di ultrasessantenni.

Quindi i nati tra il 1952 e il 1961 potranno recarsi all’hub di Sedico tutti i giorni dalle 15 alle 17; al drive-in di Feltre dal lunedì al sabato dalle 11 alle 13; a quello di Paludi dal lunedì al sabato dalle 15 alle 17;  a Tai nelle giornate di lunedì, mercoledì e venerdì dalle 17 alle 18 e ad Agordo i martedì, giovedì e sabato dalle 17 alle 18 per immunizzarsi.

Ma a scendere in campo in questa battaglia per raggiungere sempre di più gli over 60, saranno anche le farmacie. Sono una trentina quelle che in provincia hanno dato la loro adesione per la profilassi. E per questo nei mesi scorsi hanno seguito i corsi ministeriali e ora stanno seguendo i tirocini al centro vaccinale di Sedico. Entro la fine di giugno tutte le farmacie interessate e i professionisti che vi operano saranno completamente preparati per vaccinare con il siero Moderna, come ha ribadito lo stesso presidente veneto, Luca Zaia. Un siero che, rispetto al Pfizer, è più maneggevole e non ha bisogno di temperature straordinarie di conservazione.

Ma i farmacisti, pur dichiarandosi pronti a svolgere anche questo compito oltre a quello di prenotare le sedute di inoculazione per chi ne ha necessità, sono alquanto scettici sul loro reale intervento in questa fase della campagna vaccinale. «Molto del nostro coinvolgimento dipenderà dalle forniture di vaccini che arriveranno all’Ulss, ma soprattutto da quante persone rimarranno da immunizzare. I drive-in stanno facendo un lavoro eccellente, e poi ricordo», sottolinea Alessandro Somacal, presidente dell’Ordine dei farmacisti, «che noi possiamo vaccinare soltanto le persone che sono in salute, che non hanno alcun disagio o malattia. E quindi non sono poi tanti».

Inoltre, secondo Somacal, «le vaccinazioni non potranno avvenire tutti i giorni nelle nostre farmacie, perché una volta aperto un flacone di siero ci sono poche ore per poterlo usare. E quindi prima dobbiamo raccogliere delle adesioni e in base a quelle opereremo».

Per il presidente dell’Ordine professionale, però, «sarebbe già importante per noi poter agire nei richiami, cioè nella somministrazione della terza dose, che è prevista in autunno. Sappiamo che gli unici vaccini che saranno utilizzati d’ora in avanti sono quelli che agiscono sull’Rna. Per noi sarebbe meglio utilizzare i monodose magari già preparati in siringa».