Spal, l’eventuale closing destinato a slittare. Tacopina torna negli Usa
L’avvocato parte domani da Fiumicino per rientrare a New York. È probabile che vada ad incontrare tutti i finanziatori suscettibili di affiancarlo
FERRARA. Joe Tacopina è in partenza. Domani tornerà negli Stati Uniti, come ha dichiarato ieri lui stesso, affermando al contempo - e molto chiaramente, per la prima volta, che il discorso Catania è definitivamente caduto: «Negli ultimi giorni non sono mai stato in Sicilia, ma sempre a Roma dopo Ferrara, e mi trovo ancora nella Capitale, a meno che a Catania non ci sia anche... il Colosseo. Con il Calcio Catania nessun contatto, e discorso chiuso. È giusto chiarire le cose visto che ho ricevuto numerosi messaggi sulla mia presunta presenza a Catania ieri sera e oggi, cosa che smentisco assolutamente. Domenica torno a New York».
Ecco, questo è dunque accertato. Ma Tacopina rientra negli States come nuovo potenziale proprietario della Spal? Tra ieri e oggi il discorso è stato/sarà definito? O l’avvocato torna negli States senza che l’affare sia stato concluso? E se ha il volo domani, l’eventuale deadline di lunedì che fine farà?
Lo scenario più verosimile dovrebbe essere questo:
- c’è nulla di concluso e, anzi, l’affare (se andrà in porto) è destinato a slittare di qualche altro giorno
- Tacopina ha sicuramente mollato il Catania ma alla luce del patto morale che aveva sostanzialmente stretto in Sicilia attende che alle sue parole facciano seguito quelle degli amministratori del club etneo che sanciscano la fine di ogni discorso con Tacopina, liberandolo a tutti gli effetti
- l’uomo d’affari torna a New York perché verosimilmente dovrà tirare le fila con i finanziatori che lo affiancherebbero nell’avventura spallina; si parlerà di cifre, verrà evidenziato il debito (certificato) della Spal, la richiesta della famiglia Colombarini, la proposta da mettere sul tavolo.
Una volta espletati tutti questi passaggi, Tacopina arriverà al dunque con la Spal, in una direzione o nell’altra. Detto ciò, è evidente che il tempo passa, e se ne sta perdendo parecchio. Non doveva e non dovrebbe essere troppo difficile verificare (anzi, prendere atto. È diverso) i conti spallini e di conseguenza formulare l’offerta. Tra l’altro, se l’altalena doveva essere tra Catania e Spal, con tutto il rispetto per i siciliani è chiaro che in questo momento le prospettive sportive, il quadro economico della società e l’aspetto stadio giocano tutti a favore della Spal. Ed ancora: come abbiamo già avuto modo di scrivere, non è che quella biancazzurra possa essere una scelta “per difetto”, da subordinare all’esito del discorso siculo. Ma può anche essere che quando sono in ballo affari di questa portata sia tutto un gioco di scacchi.
Comunque, i giorni sfilano via implacabili e tutto ciò è estremamente pregiudizievole perla Spal, per il suo futuro sportivo.
Il d.s. Giorgio Zamuner è costretto suo malgrado a girare a vuoto, a barcamenarsi - presumiamo - per tenere vivo qualche contatto “nel caso che”. Ma non tutti aspettano la Spal. Si andrà oltre la metà di giugno senza avere ancora l’allenatore in casa e senza avere qualcosa di concreto sul fronte del mercato, per la costruzione della squadra. Il 15 agosto ci sarà il debutto in Coppa Italia, servono 40 giorni di preparazione, quindi bisognerebbe andare in ritiro verso il 5/6/7/8 di luglio. Dove? Per quanto tempo? Con quale mister e quale organico? E le amichevoli da organizzare?
Quindi: o ad inizio settimana Tacopina fa un passo deciso, netto, perentorio, oppure la famiglia Colombarini dovrà a sua volta prendere una decisione altrettanto forte ed optare per dare continuità alla propria gestione. Anche con un investimento ridotto, ma che al di là delle formalità burocratiche d’obbligo (iscrizione e quant’altro) consenta di allestire una rosa per iniziare a preparare la nuova stagione. Ragionevolmente, il prima possibile, affinché ci sia una pianificazione che possa essere sviluppata. —
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