Blitz della Finanza in centro a Venezia, bancarelle nel mirino: scattano sequestri di prodotti e maxi multe
Il generale Avitabile: «Attenzione su contraffazione, norme sulla sicurezza e provenienza». Verifiche anche sui negozi
VENEZIA. Qualcuno ha protestato, altri hanno fatto buon viso a cattivo gioco, ma nessuno si aspettava che nei giorni della cosiddetta ripresa i finanzieri passassero al setaccio i commercianti che vendono per lo più souvenir destinati ai turisti. Un’operazione in grande stile del Comando provinciale della Guardia di Finanza. Spiega il generale Giovanni Avitabile, comandante provinciale: «Sono controlli che facciamo di routine per garantire le regole corrette del commercio. Nulla di straordinario, periodicamente accertiamo se i prodotti che vengono messi in commercio non sono frutto di contraffazione, rispettano le norme sulla sicurezza dell’acquirente e sia chiara la provenienza. Controlli che abbiamo svolto in passato e che continueremo a fare», ha sottolineato Avitabile.
I controlli hanno riguardato sia bancarelle che negozi. Attività gestite indistintamente da stranieri e italiani. Ci sono state diverse contravvenzioni, ma il conteggio non è ancora terminato in quanto devono finire alcune verifiche. L’azione dei militari, appartenenti al Primo Gruppo Venezia, è stata discreta e per lo più i finanzieri hanno operato in abiti civili.
Parecchia la merce visionata: da maschere a oggetti in vetro, da magliette a giocattoli vari. Inevitabili i sequestri di merce non sicura per la salute o perché contraffatta. Un altro fenomeno che si sta registrando sempre più spesso è quello degli oggetti che i commercianti dicono di produrre loro. In realtà c’è il forte sospetto che sostengano questo per giustificare il fatto che non si conosce la provenienza di quello che vendono. Del resto nessuno di questi è artigiano. Alcuni hanno cercato di spiegare che si tratta di merce che già vendevano prima della “acqua granda” del novembre 2019. Stando a quanto sostengono, si tratta di merce che prima si vendeva regolarmente. Difficilmente è così.
Diverse le irregolarità riscontrate e per questo le contravvenzioni arriveranno puntuali. In certi casi sono multe consistenti, senza scordare che nei casi di contraffazione scatta anche la denuncia penale.
Il progetto “Commercio sicuro” è nato diversi anni fa. Oltre a garantire il consumatore, serve anche a informarlo e a formarlo per acquisti consapevoli. In numerosi negozi e bancarelle delle città d’arte come Venezia, le merci vengono messe in vendita troppo spesso prive dell’etichettatura obbligatoria prevista dal Codice del consumo che ha lo scopo di fornire a chi acquista il prodotto informazioni sulla provenienza degli oggetti e sulla loro composizione, indicando la presenza di eventuali allergeni o di altre sostanze pericolose e le precauzioni da adottare eventualmente per il loro utilizzo.
Naturalmente, considerato il turismo low cost delle nostre città a cui è destinata la merce, ancora oggi vengono rinvenuti nei negozi e sui banchi degli ambulanti articoli che riproducono indebitamente marchi o disegni brevettati da note aziende della moda.
Sempre sul fronte della tutela sicurezza del consumatore, due giorni fa i finanzieri del reparto Baschi Verdi in zona Romea a Marghera hanno sequestrato altri due autoarticolati carichi di pellet per riscaldamento che riportavano sulle confezioni dati falsi sulla provenienza. Arrivavano dall’Est Europa, ovvero da zone a rischio contaminazione, ed i codici identificativi della salubrità del prodotto erano contraffatti.