Volpiano, botte tra due gruppi di giovani, 17enne ferito da una bastonata

VOLPIANO

Due gruppi composte da una decina di persone ciascuna, alcune armate di bastoni, si sono affrontate nei giorni scorsi a pochi metri dal centro storico di Volpiano, e sotto le finestre di alcune abitazioni, poco dopo l’orario di cena. Secondo il più classico dei copioni sono volati schiaffi, pugni, calci e qualche colpo di bastone. A farne le spese un ragazzo di 17 anni, residente in città, che ha dovuto poi fare ricorso alle cure dei medici del 118. E solo l’arrivo di tre pattuglie di carabinieri della compagnia di Chivasso, chiamati da un paio di residenti, ha evitato conseguenze più gravi. All’arrivo degli uomini dell’Arma c’è stata una fuga in massa dei partecipanti alla violenta lite. Ci sono voluti una decina di giorni per mettere insieme con pazienza tutti i tasselli della lite e identificare le persone coinvolte, tutti giovani dai 17 ai 25 anni, residenti nel territorio, denunciati per rissa. Secondo la ricostruzione degli inquirenti il motivo della lite è da ricercarsi in insulti rivolti a uno dei partecipanti che avrebbe corteggiato una ragazza dell’altro gruppo. Da qui la decisione di vendicarsi, non con le parole, ma con le botte. L’intenzione del gruppo degli amici della ragazza era ben chiara, messa in atto, dopo un avviso sui social raccolto dall’altro gruppo. «Quando li abbiamo visti arrivare con i bastoni – ha raccontato il 17 enne ferito – non siamo fuggiti. Noi eravamo disarmati, ma pensavamo di essere più forti». Non si tratta tuttavia di due bande magari già protagoniste di episodi del genere, ma di due gruppi di amici che non sono riusciti ad affrontare con la normale dialettica un banale litigio. E che ora dovranno affrontare il percorso di una denuncia. Sarà poi il giudice a valutare le singole posizioni per eventuali aggravanti. Il ragazzo di 17 anni, colpito con il bastone, avrebbe anche indicato la persona che ha infierito su di lui. Un fatto analogo, anche se dai contorni meno gravi, era accaduto a San Benigno Canavese all’inizio dell’anno. Anche in quel caso per motivi legati a una ragazza contesa era stata organizzata una spedizione punitiva verso uno studente.