Spagna, entra in vigore tra le polemiche la legge sull’eutanasia
È in vigore da oggi la nuova legge sull'eutanasia in Spagna, diventata il settimo Paese al mondo a depenalizzare l'aiuto a morire per persone affette da certi tipi di malattie gravi e incurabili. La norma, varata lo scorso marzo, prevedeva un periodo di tre mesi per permettere alle regioni del Paese iberico di creare gli organismi responsabili di valutare le richieste di accesso a questo diritto, le commissioni di garanzia. Non tutte però l'hanno già fatto. Come riportano i media iberici, gli esperti in questa materia affermano che ci sono ancora diversi dubbi rispetto a come andrà applicata la nuova legge. In particolare, uno dei punti più discussi è quello dei medici obiettori di coscienza: in alcune regioni sono state create delle liste dei professionisti sanitari contrari ad applicare l'eutanasia, ma c'è chi critica questa strategia sostenendo che così alcuni potrebbero essere spinti a iscriversi a priori e invece sarebbe meglio che la riflessione sull'obiezione avvenisse caso per caso.
Il Partito Popolare, formazione leader dell'opposizione al governo di centrosinistra, e Vox, partito di ultradestra, hanno presentato ricorso contro la nuova legge presso la Corte Costituzionale. Non è ancora chiaro quando il tribunale si pronuncerà a riguardo. La norma, approvata dopo anni di battaglia civile da parte di familiari di persone affette da malattie incurabili e associazioni che li sostengono, stabilisce che l'eutanasia (la morte indotta direttamente da un professionista sanitario) o il suicidio assistito (cioè il decesso autoindotto grazie ad un farmaco prescritto da un medico) potranno essere richiesti da persone affette da una malattia «grave e incurabile» o da una patologia «grave, cronica e disabilitante», che provochino «una sofferenza insopportabile».
Sarà il sistema sanitario nazionale a offrire questa prestazione, a cui avrà diritto chi vive in Spagna da almeno 12 mesi. Il procedimento per dare il via libera all'aiuto a morire durerà circa cinque settimane. Il paziente dovrà esprimere il proprio consenso in quattro occasioni ed almeno due medici estranei al caso dovranno autorizzarne la richiesta.
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