Il settore aereo sarà il primo test per i nuovi ammortizzatori
Chiudere in tempi stretti, se possibile prima della pausa estiva, anche perché dopo la pandemia saranno indispensabili trasformazioni industriali che andranno accompagnate con adeguati strumenti per la formazione e la rioccupabilità dei lavoratori. È questo, in sintesi, quanto condiviso dai ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, nel primo incontro sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Una riforma che avrà subito un banco di prova importante con il settore aereo, alle prese sia con la crisi Air Italy sia con il delicato passaggio da Alitalia a Ita. Nel pomeriggio al Mise i due ministri, insieme agli staff tecnici, hanno condiviso l'impostazione generale della riforma che dovrà portare a un riordino degli attuali strumenti e permettere di passare, viene spiegato, da un sistema assistenziale a un sistema di ricollocazione per la maggior parte dei lavoratori, che andranno indirizzati verso percorsi di formazione e a nuovi lavori. È un cambio di paradigma. Nell'ambito della riforma, per rafforzare gli strumenti di tutela in caso di cessazione del rapporto di lavoro, potrebbe rientrare un doppio intervento sulla Naspi (l'indennità di disoccupazione) per aumentare l'importo attenuando il decalage (portare dal 50% al 30% la riduzione dell'importo finale prevedendo una durata massima di 24 mesi) ed estenderne la durata per i lavoratori più anziani, over-55, fino a 36 mesi: «Costerebbe un miliardo circa per ciascun intervento» l'anno, indica il presidente dell'Inps Pasquale Tridico. Sempre l'Inps ha analizzato le principali misure di incentivazione all'occupazione: nonostante il calo delle assunzioni, rispetto al 2019 si registra un aumento (+28%) dei rapporti di lavoro che hanno beneficiato di agevolazioni contributive