Mazzaro: «Farò diventare Chioggia la Amsterdam dell’Adriatico»

L’intervista

«Chioggia può diventare l’Amsterdam dell’Adriatico». Con questa aspirazione Emanuele Mazzaro, direttore del mercato ittico e amministratore unico di Sst, ufficializza la sua disponibilità a guidare la città per i prossimi cinque anni, lanciando un appello non ai partiti, ma al mondo imprenditoriale, alla società civile e all’universo cattolico.

Mazzaro spiegherà il suo progetto in una lettera aperta che nei prossimi giorni invierà idealmente a tutta la città per cercare convergenze su un progetto di “rinascita”.

Si parla di una sua candidatura come sindaco della coalizione di centro sinistra che vedrà insieme per la prima volta Pd e M5S.

«Non è così. Non c’è alcun accordo con il centro sinistra o con altri. Non sono un uomo di partito. Non lo sono mai stato. I partiti sono importanti, ma credo sia tempo di cercare modelli allargati dialogando soprattutto col mondo imprenditoriale, con il mondo produttivo, la società civile, l’area cattolica. Una rete di rapporti che in questi anni mi sono costruito. Io voglio parlare con le persone, non con i partiti. Ho in mente una visione nuova di città e la metterò a disposizione di quanti la condividano. Se ci sarà una convergenza su questo progetto, sono a disposizione per metterci la faccia».

Quindi la sua disponibilità alla candidatura c’è. Manca solo di capire con quale coalizione?

«Non credo esistano i margini solo per le coalizioni di centro destra e centro sinistra. Credo possa esistere una coalizione moderata, che metta insieme grandi parti della società civile che hanno voglia di cambiare le cose. A queste mi rivolgo. Penso a una Chioggia diversa, che aspira a ricavarsi un ruolo non solo nel panorama nazionale, ma a livello europeo, una sorta di Amsterdam dell’Adriatico. Capitale della pesca, ma anche del mare. La mia è un’idea di rinascita, non penso ai cantieri e alle gru, penso proprio a una rinascita filosofica. Quattro-cinque punti per cambiare la visione della città, per renderla indipendente, per darle il ruolo che si merita, e non relegarla sempre alla subordinazione rispetto a altre città vicine. Tutto questo lo spiegherò bene nella lettera aperta che sto preparando e che sarà resa pubblica fra un paio di giorni per far capire ai cittadini quale sia la mia idea di rinascita».

Di certo con qualcuno ne avrà già parlato…

«Sono stato avvicinato da qualche partito, lo ammetto, ma ho incontrato anche molti imprenditori a cui ho spiegato il mio progetto e altri ne incontrerò. Sono a disposizione se queste saranno le premesse e sono anche certo di avere le capacità per poter amministrare Chioggia, affiancandomi di persone capaci e nuove. È tempo credo di superare le logiche rigide dei partiti e di svecchiare tutto il sistema. Se non ci sarà questa convergenza sul mio progetto, nessun problema, torno a fare l’avvocato mantenendo di certo l’affetto che mi lega a questa città che vorrei vedere su ben altri livelli».

La Lega dà già per scontata la sua candidatura e reclama le sue dimissioni da direttore del mercato ittico per trasparenza, onestà e opportunità.

«Se fossi candidato, mi dimetterei all’istante ovviamente, così come prevede il Testo unico degli enti locali. Al momento però non lo sono e vado avanti a pieno ritmo con i molti progetti che ho per il mercato ittico. Ricordo che quando sono arrivato cinque anni fa non c’era nemmeno l’insegna col nome fuori dal mercato e oggi siamo invitati a tutti i tavoli con le autorità e ci siamo ricavati un ruolo di primo piano. Stiamo organizzando gli Stati generali della pesca a livello nazionale, siamo pronti per la digitalizzazione della sala asta e molto altro. Lo stesso metodo e la stessa tenacia che ho usato per il mercato, lo applicherei nell’amministrare la città, se ci fossero le condizioni per farlo».