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Июнь
2021

Frida Bollani Magoni: «La musica mi ha insegnato che nulla è impossibile»

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Frida Bollani
Frida Bollani
Frida Bollani

Sedici anni e piena di talento. Frida Bollani Magoni in mezzo alla musica c’è cresciuta – figlia d’arte (suo papà è Stefano Bollani, la mamma Petra Magoni) e allieva di un grande maestro, Paolo Razzuoli, non vedente, che le ha insegnato a leggere gli spartiti, visto che anche lei è ipovedente – e ora la manovra con la perizia e la passione dei grandi. Il pubblico dei social, si dice così, l’ha scoperta questa primavera quando, ospite del programma del padre e di sua moglie Valentina Cenni, Via dei Matti n°0, ha incantato tutti con la sua voce. «Sono rimasta anch’io sorpresa dall’affetto ricevuto», racconta, tra una data e l’altra della sua prima vera tournée dopo aver finito la scuola (il liceo musicale di Pisa), «È stata un’esplosione, un’ondata enorme». Poi è arrivata la grande chiamata per il 2 giugno. Al Quirinale, di fronte al presidente Mattarella. «Suono e canto da quando ero piccolissima, così oggi a certi eventi vado con una certa tranquillità», continua, «Ecco quel giorno non è stato così. Per il presidente, ma anche per tutti gli studenti della mia età che erano lì ad ascoltarmi. Di solito non canto in italiano e lì l’ho fatto (La cura di Battiato e Caruso)». Frida sarà in giro per l’Italia fino a inizio agosto. A Milano suona il 27 giugno, alla Galleria d’arte moderna, ore 19, all’interno di Piano City che – finalmente – torna a riempire di musica la città (dal 25 giugno, fino a domenica 27). «Il piano è lo strumento più importante, lo strumento di accompagnamento per eccellenza, oltre a essere splendido anche suonato da solo».

Il momento più emozionante: «Non saprei penso sia emozionante sempre, forse il finale dei concerti, perché quando si inizia ci si deve caricare e si deve caricare anche il pubblico». Prime volte: «Canto e suono il pianoforte da quando ho due anni. Certo, ora lo faccio in modo molto diverso, ma mia mamma, che fa la cantante, mi ha raccontato che sono salita sul palco la prima volta quando ancora ero in pancia. Le prime esibizioni pubbliche le ho fatte a 8 anni, lì si che ero agitata».

Casa: «Sono cresciuta circondata da arte, da musica. Ho un nonno che dipinge, mia mamma fa la cantante, papà il pianista, Ho iniziato così a due anni, quasi per gioco. Lo studio del pianoforte e la professionalità è arrivata dopo». Maestri: «Devo tanto al maestro Razzuoli. È stato il primo insegnante che mi ha introdotto alla notazione musicale. Senza di lui non avrei mai letto la musica, prima suonavo solo a orecchio. Spesso alcune cose le puoi fare solo a orecchio, ma la lettura della musica è fondamentale. Inoltre, mi ha un po’ insegnato a stare al mondo, io ero una che si sottovalutava, pensavo che qualsiasi cosa fosse difficile per me, difficile da studiare, da suonare. Lui mi ha insegnato che nulla è impossibile. Mi ha fatto un po’ il mazzo (ride, ndr) e sono contenta che l’abbia fatto».

Lockdown: «Mi è mancato esibirmi dal vivo, e andare ai concerti. Ma ho passato tanto tempo, soprattutto durante il primo lockdown. Ogni giorno ho fatto una diretta Instagram, il mio pubblico me lo sono un po’ creata così. Ero a casa con mia madre e mio fratello e ho suonato ogni domenica pomeriggio alle 17, non ho saltato nemmeno quella di Pasqua».

Da grande: «Sono sempre stata orientata verso questo mestiere, non perché fossero i miei a spingermi o a influenzarmi. L’interesse per la musica è sempre stato una mia cosa innata. Quasi il mio unico interesse, non ho mai pensato di fare altri lavori. Forse a un certo punto la gelataia (ride, ancora). Genitori: «Mi sono seduta spesso al piano con mio padre, ma non è stato il mio maestro, o meglio lo è stato per altre cose. Da lui e da mia madre ho imparato osservandoli, andando ai loro concerti, assistendo ai soundcheck, viaggiando con loro. Il resto l’ho imparato sul campo. Vivo di musica. La musica è ciò che mi fa felice, è la mia vita».

Foto: Pedra Magoni

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