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Июнь
2021

Modena. I prof delle Ferraris scrivono a Mattarella

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Non si arrendono gli insegnanti delle Ferraris di Modena che a vedersi ridurre una sezione nelle prime medie in partenza a settembre proprio non ci stanno tanto che hanno deciso di scrivere direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Visto che abbiamo constatato che casi come il nostro si stanno verificando in tutta Italia – specifica la professoressa Elisa Turrini, firmataria della lettera con i colleghi della scuola- e visto che l’interrogazione parlamentare presentata il 14 giugno dall’onorevole Stefania Ascari del Movimento Cinque Stelle che chiedeva sia di ritirare la decisione dell’Ufficio scolastico di Modena sulla riduzione di una sezione, sia di rivedere i criteri normativi vigenti per la formazione delle classi nelle scuole di ogni ordine e grado su tutto il territorio nazionale, non ha avuto risposta, abbiamo deciso di scrivere al Presidente Mattarella».

Gli insegnanti con questa lettera chiedono che il Presidente in persona intervenga con la sua autorevolezza perché il Parlamento, in tempi rapidi e con esiti definitivi, affronti la revisione del Dpr 81/2009, cosiddetto delle classi pollaio. «In tal senso - continua Turrini- esiste già una proposta di Legge (la n. 877 del 5 luglio 2018), patrocinata, tra gli altri, dall’ex ministra dell’Istruzione Azzolina, che si concentra su diverse questioni relative al mondo della scuola e in particolare pone l’attenzione sulla composizione numerica delle classi, prendendo in esame aspetti legati alla sicurezza e alla qualità dell’apprendimento». Il silenzio tombale in parlamento sull’argomento era seguito anche alla lettera che i rappresentanti politici del Partito democratico di Modena, Bortolomasi, Venturelli e Carpentieri, avevano scritto per i parlamentari del proprio gruppo, Fassino, Lorenzin e Pini lo scorso 16 giugno. Nella lettera gli insegnanti hanno sottolineato che questa scelta porterà ad avere in tante scuole classi con 25 /26 alunni in cui non mancheranno uno/ due alunni con disabilità per classe. «Come docenti – continua Turrini- abbiamo scritto al Presidente che riteniamo che questa logica del mero calcolo numerico non tenga conto delle effettive esigenze di apprendimento degli studenti che sono state rese ancora più evidenti dalla pandemia e dalla Dad, impedisca di ripensare gli spazi in funzione di un apprendimento significativo e laboratoriale e non garantisca forme efficaci di inclusione, a fronte dei bisogni educativi speciali che sempre di più emergono tra gli allievi».

A tal proposito, si legge a conclusione: «Ci sembra che il calo demografico invece di essere l’occasione per un ripensamento della distribuzione degli alunni nelle classi si stia traducendo, ancora una volta, in un’occasione di risparmio nelle assunzioni, a discapito della qualità dell’insegnamento e apprendimento, e di mancata considerazione per le riflessioni che provengono da chi vive quotidianamente la realtà scolastica sia in qualità di insegnante sia in qualità di utente». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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