Castelfranco, la mamma teme il suicidio e lo fa arrestare
CASTELFRANCO. La preoccupazione di una mamma che si trova a centinaia di chilometri di distanza; alcuni messaggi interpretabili soprattutto a fronte della consapevolezza di un periodo non certo felice per il proprio figlio; un intervento d’emergenza che però si conclude con un arresto per resistenza.
Sono gli ingredienti di quanto avvenuto mercoledì mattina a Cavazzona e che hanno portato al processo per direttissima ai danni di un 23enne. Il ragazzo vive solo: aveva un lavoro per cui ha studiato, una ragazza che amava e un’auto. Ma in poco tempo la situazione è precipitata e naturalmente è sopraggiunta la preoccupazione della famiglia con la madre che vive in Piemonte. L’altra mattina – ha sostanzialmente spiegato il ragazzo di fronte al giudice Elena Quattrocchi – era particolarmente agitato e ha assunto un medicinale per provare a rilassarsi. Nel frattempo ha iniziato a scambiarsi messaggi con la mamma, che si è allertata. «Le ho chiesto aiuto economico, non per altri motivi. Rischio di perdere la casa perché non riesco a pagare l’affitto dopo tutto quanto accaduto nell’ultimo periodo».
Ma i timori della donna vanno oltre e corrono verso un drammatico epilogo autolesionistico. È lontanissima da suo figlio, non può intervenire nell’immediato e chiede aiuto al 118 che accorre con un’ambulanza a Cavazzona per un presunto tentativo di suicidio.
Sul posto arrivano anche i carabinieri di Castelfranco ma il 23enne reagisce violentemente. Non vuole nessuno in casa, prende a male parole il personale sanitario e cerca di cacciare anche i militari, lanciando oggetti contro il muro. In quei concitati momenti un carabiniere tenta di entrare, ma gli viene chiusa la porta davanti mentre prova ad infilare il braccio.
Se la caverà con 10 giorni di prognosi per una ferita da schiacciamento all’altezza del gomito. «Andate via da qui sennò vi ammazzo», urla l’inquilino prima di scendere al piano terra dove i carabinieri provano a fermarlo, innescando una nuova violenta reazione, sedata soltanto con l’uso dello spray urticante e il successivo arresto.
Dopo una notte in camera di sicurezza ieri mattina il giovane è stato accompagnato in tribunale: il giudice Quattrocchi ha convalidato l’arresto ma ha rigettato la misura cautelare di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, come del resto auspicato dall’avvocato difensore, Umberto Rossi. Al termine dell’udienza il ragazzo ha potuto riabbracciare la madre, arrivata in tutta fretta a Modena e visibilmente preoccupata e scossa. —
F.D.
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