Coronavirus, il bollettino del 25 giugno: 753 nuovi contagi, i morti salgono a 56. Tasso di positività allo 0,4%
ROMA. Calano da 927 a 753 i casi oggi in Italia mentre il tasso di positività scende di un decimale allo 0,4%. Per via anche di alcuni probabili ricalcoli sale da 28 a 56 il numero dei decessi. Sono 22 i ricoverati in meno nelle terapie intensive dove si contano solo 8 accessi nelle ultime 24 ore.
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Scendono da 155 a 134 i casi in Lombardia dove il tasso di positività resta fermo allo 0,4%. Sono 35 i nuovi positivi registrati oggi in Piemonte, uno meno di ieri con il tasso di positività che dallo 0,7 sale allo 0,8%. Sono invece fermi a quota 35 i contagi oggi in Veneto. Scendono da 72 a 57 i contagi in Emilia Romagna con il tasso di positività fermo invece allo 0,8% mentre i decessi da uno passano a 5. Calano da 73 a 42 i casi in Toscana dove all’1% il tasso di positività scende allo 0,8%.
Nel Lazio si contano oggi 91 casi, sei in meno di ieri con il tasso di positività leggermente in crescita all’1,2%.
Scendono da 112 a 77 i casi in Campania, dove il tasso di positività dall’1,4 passa all’1,1%.
Contagi in crescita da 42 a 68 in Puglia dove per un probabile ricalcolo dei dati relativi ai giorni precedenti le vittime da zero passano a 22.In Italia la variante Delta è in aumento con una percentuale del 16,8%, mentre la più diffusa rimane ancora la variante alfa al 74,92%. Tuttavia, sebbene i dati di giugno non siano ancora consolidati, dalle prime segnalazioni di sequenziamenti, si segnala un aumento, in percentuale, dei casi di variante Kappa e Delta, la cosiddetta «indiana» e un suo sottotipo, che passano dal 4,2% nel mese di maggio, al 16,8% del mese di giugno (dati estratti al 21 del mese). Sono le prime segnalazioni delle ultime settimane, monitorate dal Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 dell'ISS, in attesa della flash survey.
Guido Rasi, ex direttore generale dell'Agenzia Europea dei Medicinal ed oggi consulente del commissario straordinario all'emergenza Covid-19 pensa nel frattempo a nuove armi per fermare proprio la Delta. «La terza dose di vaccino contro il Covid prima o poi è verosimile che si farà, ma credo sarebbe saggio andare verso una terza dose un po' modificata, perché finché le varianti rispondono al vaccino, l'urgenza della terza dose non c'è. Non ne parlerei fino a gennaio, dopo bisogna vedere come evolvono le varianti e quindi fare una terza dose magari con un vaccino leggermente modificato. Allora avrebbe senso».
La variante delta «probabilmente la stiamo sottostimando, siamo ancora in tempo per fare una tracciatura e isolamenti, siamo agli ultimi tempi utili per farlo. Ancora una volta non abbiamo fatto sequenziamento e isolamento di casi quando erano pochi». I casi di questa variante comunque, ha aggiunto, «sono sicuramente meno gravi e riguardano la popolazione più giovane ma non è chiaro se questo avviene perché i giovani non sono vaccinati o perché li aggredisce in modo specifico».
E quanto sia pericolosa l’ex indiana lo dicono le notizie provenienti da Mosca. La Russia ha documentato 601 morti da Covid-19 nelle ultime 24 ore, rispetto ai 568 del giorno prima, ovvero il più alto numero di morti giornalieri dal 21 gennaio scorso. Il numero di morti nella capitale è invece salito a 98 nelle ultime 24 ore, ovvero il numero più alto dall'inizio della pandemia. I casi confermati di coronavirus in Russia sono cresciuti di 20.393 nelle ultime 24 ore, raggiungendo 5.409.088.
Intanto il Premier Draghi preannuncia la riforma dell’Ema, dopo i pronunciamenti di questi mesi sui vaccini con indicazioni che non solo Roma, ma anche altre capitali europee, hanno giudicato poco nette, dietro la giustificazione che in base alle regole attuali spetta ai singoli Stati trarre le conclusioni dai pareri dell’agenzia regolatoria . «È presto per dire» come riformare l'Ema «però ho sollevato io stesso il tema e c'è stata una certa convergenza. È un aspetto complesso ma certamente nell'ultimo anno abbiamo visto una certa difformità di pronunciamenti tra Ema e le autorità nazionali, esitazioni - certamente anche dovute al fatto che tutti apprendevamo in corso d'opera - però si è vista una notevole confusione. Credo che Ema abbia bisogno di essere rinforzata per avere i poteri che le spettano e che altre agenzie esercitano in altri Paesi, pensiamo agli Usa», ha affermato il premier italiano in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue.