Sesso a pagamento con un 16enne, a processo maestro di musica
PAVIA. Sesso a pagamento con un 16enne. Soldi e pacchetti di sigarette in cambio di incontri a sfondo sessuale, che sarebbero avvenuti nel suo appartamento. Ora un pianista e maestro di musica 40enne di Pavia si trova a processo con l’accusa di prostituzione minorile. Insieme a lui è imputato anche il fratello del minore, un cittadino di origine romena di 26 anni, accusato di avere spinto il fratello a prostituirsi.
Le accuse, sostenute in aula dal pubblico ministero Alberto Palermo, sono ancora tutte da provare. Il processo, davanti al collegio dei giudici presieduto da Luisella Perulli, è appena all’inizio. A ottobre sarà sentito in aula il pianista. Potrà dare la sua versione, confermando o aggiungendo altri dettagli a quanto aveva dichiarato nel 2017, quando gli agenti della squadra mobile di Pavia aveva cominciato a indagare. Il musicista aveva detto di non sapere che il ragazzo fosse minorenne. E che comunque i soldi erano stati regalati come manifestazione di amicizia.
L’origine: un ricatto
Tutto comincia quando il maestro di musica si presenta alla polizia per denunciare di essere vittima di un ricatto. Racconta che il 26enne di origine romena, venuto a sapere che ha avuto una relazione con suo fratello, gli chiede soldi, 5mila euro, per non rendere di dominio pubblico la sua omosessualità. Il musicista, messo alle strette, paga per due volte. Alla terza richiesta intervengono gli agenti della squadra mobile e arrestano il 26enne romeno, che viene processato e condannato per estorsione. Ma le indagini, coordinate dal sostituto commissario Andrea Lenoci, non si fermano. Dai messaggi che il musicista mette a disposizione della polizia per indagare sul ricatto emerge con chiarezza che il pianista ha avuto rapporti con un ragazzo di 16 anni, quindi non ancora maggiorenne.
Soldi per fare sesso
Il musicista non nega la relazione, ma smentisce di essere al corrente della minore età del ragazzo. Il quale, sentito, conferma gli incontri a casa del pianista e dice agli agenti di avere ricevuto, in occasione dei rapporti sessuali, sempre qualcosa. A volte erano 20 euro, altre volte un pacchetto di sigarette. La contestazione nasce da qui: il musicista deve rispondere di prostituzione minorile per avere avuto rapporti sessuali con un minorenne dietro pagamento di denaro. Il suo avvocato, Francesco Castelli di Pavia, proverà a smontare l’accusa. «Ritengo opportuno mantenere un profilo di riservatezza in ragione della sfera personale dei soggetti coinvolti – si limita a dichiarare –, ma sono fiducioso che emergerà l’innocenza».
Incontri organizzati
Insieme al musicista è a giudizio anche il fratello 26enne della vittima. Secondo l’ipotesi dell’accusa non solo sarebbe stato a conoscenza che il fratello, minorenne, aveva rapporti sessuali con il musicista ma lo avrebbe perfino indotto a mantenere quella relazione. La versione della difesa, sostenuta dall’avvocato Fabrizio Aronica, è, al contrario, che l’uomo non sapesse degli incontri e di avere affrontato il musicista solo dopo averli scoperti.