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Июнь
2021

Vaccinazioni, sono 350 i prenotati che ogni giorno “danno buca” in provincia di Pavia

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PAVIA. Sono oltre 5mila le prenotazioni giornaliere per la vaccinazione anti-Covid negli hub della provincia di Pavia. Ma non tutti si presentano all’appuntamento con il vaccino. Una buona fetta di persone all’ultimo momento dà forfait. Sono circa 350 al giorno quelli che non iniziano o non concludono la vaccinazione. Di questi, 150 solo al Palacampus gestito dal San Matteo.

Un dato che preoccupa i gestori degli hub, e che in questi giorni è oggetto di verifica. Fino ad oggi in provincia di Pavia hanno ricevuto la prima dose in 303.578 (64,22%) su una platea di 472.722 persone. Nel contempo sono 147.904 i pavesi che hanno completato la vaccinazione con il richiamo.

Il 10% non si presenta

Il dato registrato dal San Matteo è il più preoccupante: in media il 10% dei prenotati per il vaccino anti-Covid (sia prima dose che richiamo) non si presenta al Palacampus di via Giulotto 10. Parliamo ci circa 150 persone al giorno su 1.500 da vaccinare. Il direttore generale Carlo Nicora non fa mistero del fatto che «questo dato sia improvviso e inspiegabile».

«Stiamo cercando di capire cosa possa provocare questa reazione nelle persone che in un primo momento avevano prenotato e quindi erano convinte del fatto di sottoporsi al vaccino – spiega Nicora –. Parliamo di persone non in età, ma per lo più giovani: tra 20 e 60 anni. Persone che lavorano, quindi a contatto con la gente. Perchè rinunciano? Ce lo chiediamo anche noi».

Si parla di astensione dalle somministrazioni anti-Covid anche all’interno delle cliniche: Maugeri, Mondino, Città di Pavia e Beato Matteo di Vigevano. In questo caso sarebbero una quarantina le mancate presenze per ogni struttura, che nell’arco della giornata ha in carico circa 400 somministrazioni. Mentre l’Auser di Voghera e Il Ducale di Vigevano, che vaccinano quotidianamente 2.000 pavesi sono costretti a depennarne complessivamente una 90ina al giorno.

Ma perchè circa 350 pavesi fanno dietro front all’idea di vaccinarsi? Secondo i vertici delle strutture sanitarie provinciali ad incidere sono «la scelta di evitare la prima iniezione se si è dell’idea di andare in vacanza, preferendo posticiparla al rientro».

Le cause del dietro front

Ma quello che preoccupa di più è il fatto che, «per la vaccinazione eterologa (due sieri diversi per prima dose e richiamo) si stia facendo strada l’idea che tanto basta una dose sola». Dubbio causato dall’indecisione se tornare a fare AstraZeneca oppure puntare su Pfizer o Moderna per il richiamo. Sbagliato per i virologi, che insistono sul fatto che «la completa copertura si raggiunga solo con due dosi». Sbagliato per Ats, che attraverso il direttore generale Mara Azzi sottolinea: «Vaccinarsi è indispensabile. Il nostro impegno serve per tornare alla normalità al più presto. Un obiettivo, da poter raggiungere, però, solo a determinate condizioni: riportare velocemente i contagi sotto l’incidenza di 50 casi ogni 100 mila abitanti e continuare con questo ritmo di vaccinazioni. Così da arrivare a un tasso di decessi simile a quello provocato dall’influenza. Il vaccino non vuol dire liberi tutti, ma vuol dire pensare a un ritorno alla normalità il prima possibile».




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