Il Colosseo svela per la prima volta il backstage della sua macchina scenica
Città eterna e "aperta" per definizione, Roma la sua fase di ripartenza la vuole segnare con simboli molto concreti. Simboli che vanno al di là del tempo e riescono a collegare passato, presente e futuro come fa il monumento più famoso al mondo e fra i più visitati del pianeta. Ovvero il Colosseo che non smette mai di stupire e di spalancarsi a romani e turisti in tutti i suoi angoli più segreti e finora interdetti al pubblico. Gli ipogei, per esempio, che dopo un restauro lungo quasi tre anni saranno visitabili per la prima volta, integralmente, a partire da domani.
Il backstage con i leoni
Si tratta di corridoi, archi e passaggi in un vero e proprio dedalo di storie e leggende in cui nell'antica Roma si preparavano gli spettacoli dell'Anfiteatro Flavio. Dove si trovavano le gabbie dei leoni e tutto il backstage era in fermento per realizzare spettacoli da applausi senza fine. I numeri dell'operazione sono di tutto riguardo: 81 specialisti tra ingegneri, architetti, restauratori, geologi, fisici, topografi impegnati su oltre 15 mila metri quadri di superficie dal 2018 e anche durante il periodo della pandemia. In tutto 55 mila ore e 7 mila giornate di impegno quotidiano con il sostegno del Gruppo Tod's, mecenate del terzo millennio.
La macchina scenica
«Dal 26 Giugno saranno aperti al pubblico per la prima volta gli ipogei del Colosseo, visibili solo parzialmente fino all'avvio del cantiere nel dicembre 2018 - si legge sulla pagina Facebook del Parco archeologico del Colosso -. Da domani 160 metri di passerella accessibile condurranno il pubblico a conoscere la storia della macchina scenica più grande al mondo, dall’inaugurazione in età flavia fino alla fine dei giochi nel 523 e alla riscoperta archeologica dalla fine dell’Ottocento.
Si visitano con il biglietto #fullexperience, già in vendita sul sito ufficiale».
Un lavoro complesso e minuzioso che «testimonia tutto ciò che avvenne sotto alla grande arena dell'Anfiteatro, dalla sua inaugurazione nell'80 d.C. fino all'ultimo spettacolo nel 523», come ha spiegato la direttrice del Parco, Alfonsina Russo, stamattina alla presentazione del nuovo intervento.
Oltre l'Art Bonus
C'era anche il ministro alla Cultura Dario Franceschini che ha definito il restauro in questione «un vero atto di mecenatismo e liberalità, ben prima che i vantaggi fiscali dell'Art bonus fossero introdotti.
Oggi l'Art Bonus ha raccolto 500 milioni di euro, ma è ancora poco, soprattutto sono piccoli donatori, non grandi imprese. Bisogna invece importare la cultura del give back del "dare indietro" al proprio Paese. Perché dietro ogni azienda e prodotto italiano nel mondo, c'è la bellezza e la cultura di questo paese». Gli ha fatto eco Diego della Valle: «Non dobbiamo perdere il treno di chi vuole darsi da fare e mettersi a disposizione del proprio Paese - ha sottolineato - non è più il momento di chiedere cosa può fare il Governo per noi, ma cosa possiamo fare noi per gli altri».
Indietro nel tempo
Grazie a questi lavori sarà possibile tornare indietro nel tempo. Basterà percorrere una passerella a serpentina lunga 160 metri che parte dalla Porta Libitinaria e arriva fino alla Trionfale, tra 15 corridoi anulari. In tutto sei tappe, raccontate in tutti i dettsgli in una App, e ci si ritroverà immersi in atmosfere andate, ma non per sempre. In attesa di poter essere davvero nel Colosseo delle origini, al buio, come 2000 anni fa, quando l'area, come prevede un altro progetto che dovrebbe essere concretizzato nel 2023, sarà coperta con una nuova pavimentazione dell'arena.