Il piccolo Nicola ritorna nei suoi boschi
FIRENZE. Nicola, il bimbo di 21 mesi ritrovato vivo l’altro ieri nei boschi di Palazzuolo sul Senio dove era scomparso per quasi due giorni, è stato dimesso ieri mattina intorno alle 10 dall’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove era stato ricoverato in osservazione. Il piccolo, come fa sapere l’ospedale in una nota, ha trascorso una notte tranquilla in uno dei letti dedicati all’osservazione breve all’interno del pronto soccorso. «Ha riposato insieme alla mamma. Questa mattina, trascorse le 24 ore necessarie per l’osservazione, le sue condizioni sono apparse buone ed è stato quindi dimesso alle ore 10 circa».Intanto ieri si è saputo che anche il fratello più grande di Nicola Tanturli, tempo addietro scomparve per alcune ore creando allarme nella piccola comunità montana. Un dettaglio riferito da un residente della zona, elemento che potrebbe rientrare nell’informativa che i carabinieri di San Lorenzo stanno preparando per la Procura.
Sulla scomparsa, e sul fortunato ritrovamento, infatti, la procura ha aperto un’inchiesta precisando e spiegando però che si tratta di un «atto dovuto», al momento senza indagati o ipotesi di reato. Per quanto riguarda il precedente del fratello, l’allarme rientrò in breve tempo perché fu ritrovato rapidamente anche se si era allontanato parecchio dall’abitazione. Questo forse spiega anche il ritardo con cui i genitori di Nicola hanno lanciato l’allarme, è probabile che i bambini fossero abituati ad avventurarsi nei boschi.
Il piccolo Nicola intanto ieri ha fatto rientro a casa nel casolare immerso nel verde impervio del Mugello.La procura chiaramente ascolterà le versioni dei genitori, anche perché nei pressi della casa è stata trovata una piccola macchia di sangue. Il piccolo sarebbe uscito di casa di notte, secondo quanto riferito dai genitori, mentre loro erano andati a dare il mangime agli animali.Tutti particolari che comunque sembrano destinati a sgonfiarsi, considerando lo stile di vita che gli abitanti di quella zona conducono. La procura invita infatti a considerare «tutte le sfumature», come sostiene Simonetta Matone, magistrato per 17 anni per il Tribunale dei minori. «Sono dei genitori che vivono in un casolare senza corrente, lontani da tutta una serie di comodità per loro scelta. Occorre immedesimarsi - dice l’ex Pm - nel contesto sociale in cui la vicenda è maturata». Intanto la famiglia, su diretta richiesta del bambino evidentemente infastidito dai movimenti di persone intorno alla casa, ha chiesto maggiore privacy. --