La variante delta dilaga, Italia troppo lenta a tracciarla
ROMA. La variante Delta - così è stato ribattezzato il covid mutato in India - sta iniziando a dilagare. Si sta diffondendo grazie alla sua maggiore contagiosità in tutto il mondo, dall’Asia all’Europa, dagli Stati Uniti all’Africa. Non si sa ancora se e quanto sia più letale della variante inglese che sta sovrastando (i primi rilievi sono preoccupanti) ma di sicuro rischia di mettere a repentaglio il quadro generale che grazie ai vaccini stava diventando più positivo. Per evitare che la situazione diventi pericolosa, occorre innanzitutto - come ha ripetuto anche ieri il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - completare il ciclo vaccinale e poi - come dicono tutti gli scienziati - rilevarne la circolazione e indagarne a fondo le caratteristiche. Tutte cose che nel nostro Paese non vengono fatte.
ITALIA TROPPO LENTA
A lanciare l’allarme è la Fondazione Gimbe. «Non è accettabile - dice il presidente Nino Cartabellotta - una gestione "attendista" della variante Delta, contro la quale occorre attuare tempestivamente le misure raccomandate dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: potenziare sequenziamento e contact tracing, attuare strategie di screening per chi arriva dall’estero, accelerare la somministrazione della seconda dose negli over 60 e nei fragili». Invece ad oggi in Italia «il numero di sequenziamenti effettuati è modesto e notevolmente eterogeneo a livello regionale, e il contact tracing non è stato adeguatamente ripreso, nonostante i numeri del contagio lo permettano».
L’ALLARME DELL’OMS
Ma l’allarme è globale. A rilanciarlo è stato ieri il capo dell’unità anti-Covid dell’Organizzazione mondiale della sanità Oms Maria Van Kherkove: «Questa variante - ha sottolineato - ci preoccupa molto e circola già in 92 Paesi. Ora ha l’opportunità di trasmettersi con l’aumento della socializzazione, se l’allentamento delle restrizioni avviene troppo in fretta». Un timore che i numeri stanno confermando.
STATI UNITI ED EUROPA
Negli Usa la variante rappresenta ormai il 20 per cento dei nuovi casi Covid e la sua prevalenza è raddoppiata nelle ultime due settimane. «Questa variante rappresenta la più grande minaccia rispetto al nostro tentativo di eliminare il Covid-19», ha affermato Anthony Fauci, il più noto e autorevole epidemiologo statunitense. Fauci ha comunque rassicurato che i vaccini funzionano anche contro la variante. La situazione in Europa è altrettanto preoccupante nonostante il numero crescente di vaccinati. Evidenziando che la Delta è del 40-60 per cento più trasmissibile, il Centro europeo di prevenzione delle malattie ha spiegato che si prevede che entro fine agosto il 90 per cento delle infezioni in Europa sarà dovuto alla variante. In Germania la Delta interessa circa il 15 per cento di tutti i nuovi casi ma è il Regno Unito il Paese più colpito dove la variante rappresenta ormai il 90 per cento di tutti i nuovi casi. Mercoledì le autorità sanitarie hanno registrato oltre 16mila nuovi contagi in 24 ore, il dato più alto da febbraio. In Francia l’epidemia sta regredendo ma è in crescita la variante Delta, che rappresenta oggi il 10 per cento dei nuovi casi. Idem in Portogallo, dove il governo ha dovuto vietare l’ingresso e l’uscita da Lisbona nel weekend.
DA MOSCA A ISRAELE
In Russia la variante sta mettendo a dura prova il sistema sanitario. A Mosca, dove è stato registrato il più alto numero di casi giornalieri (9.056) da inizio pandemia, la variante è stata riscontrata nell’89,3 per cento dei nuovi casi. Mentre in Israele il governo ha deciso di posticipare al 1° agosto l’ingresso dei turisti nel Paese e ha ripristinato l’obbligo di indossare le mascherine al chiuso.
IL CASO FINLANDIA
Qui è stato rilevato un esteso focolaio che ha colpito alcuni ospedali. L’analisi dei dati su quel contagio è contenuta in una nota che il ministero della Salute italiano ha indirizzato alle Regioni raccomandando di «applicare con rigore le misure di contenimento della trasmissione previste dalla normativa» e incentivare sequenziamento e contact tracing.
AUSTRALIA E AFRICA
La variante ha raggiunto anche l’Australia («Sydney - come spiegano le autorità locali - sta attraversando uno dei periodi più spaventosi della pandemia») e si sta diffondendo anche in Africa. «La terza ondata - afferma la direttrice dell’Oms Africa Matshidiso Moeti - sta prendendo velocità, colpisce più forte ed è incredibilmente preoccupante». --