La variante Delta a scuola: cinque casi tra gli studenti mantovani
MANTOVA. Altri cinque casi di variante Delta, stavolta tra gli studenti mantovani. L’ex ceppo indiano del coronavirus, più contagioso e ora ribattezzato Delta, ha fatto la sua presenza anche nel mondo della scuola. Ne dà notizia l’Ats attraverso la dottoressa Laura Rubagotti, dirigente del Gruppo Scuola, l’unità operativa che da inizio pandemia monitora costantemente l’andamento dei contagi in ambito scolastico.
Si tratta di cinque contagi tra i venti scoperti finora dalla task force Malattie Infettive dell’Ats che si occupa del tracciamento. Nessun allarme, sottolineano dal quartier generale dell’Agenzia di tutela della salute di Dosso del Corso: il tracciamento è subito scattato per i contatti stretti e a basso rischio.
«Con la chiusura delle scuole – spiega Laura Rugabotti – adesso il nostro gruppo gestirà i casi fino ai 19 anni, con particolare attenzione ai centri estivi e ai gruppi giovanili. La nostra attività sulle scuole riprenderà ovviamente con l’avvio del prossimo anno scolastico». L’attenzione sulla variante Delta (ex indiana) resta ai massimi livelli dopo che l’Italia, secondo le stime del Financial Times relative al periodo fra il primo gennaio e il 16 giugno, ha posto il nostro Paese come quinto al mondo per percentuale di casi di Delta.
Ma come è stata portata avanti nelle ultime settimane l’attività di sorveglianza e screening nel mondo della scuola? «L’attività di sorveglianza – spiega Laura Rubagotti – è uguale a quella sugli adulti, ma diventa più complicata in ambito scolastico per i numeri più elevati rispetto, ad esempio, agli ambiti familiari. Riusciamo comunque a fare il tracciamento grazie alla collaborazione dei dirigenti scolatici con i quali abbiamo sottoscritto un patto all’inizio dell’anno scolastico. Quando si evidenzia un caso di variante andiamo a cercare tutti i contatti, non solo quelli stretti, e in base al tipo di variante si fa il tracciamento. Per l’inglese si va indietro di 48 ore, per l’indiana, la brasiliana e la sud-africana si retrocede di 14 giorni».
A scuole ancora aperte, e quindi fino a pochi giorni fa, per un caso accertato Ats contattava i dirigenti scolastici per avere gli elenchi delle classi e degli insegnanti che avevano avuto contatti con il positivo e veniva disposta la quarantena di dieci giorni. Con la nuova normativa sulle varianti il rientro in comunità avviene solo con il tampone negativo. Il tracciamento con l’avvento delle mutazioni è diventato più massivo e Ats, grazie anche alla collaborazione con Asst e ospedale San Pellegrino di Castiglione delle Stiviere, è riuscita a fare tamponi a intere classi.
«Nella maggior parte dei casi – riprende la dirigente Ats – troviamo la variante inglese, mentre l’indiana è ancora molto contenuta. Nel mese di maggio e fino al 5 giugno nella fascia di età fino ai 17 anni abbiamo eseguito 6.700 tamponi».
Nel frattempo l’assessore regionale al welfare Letizia Moratti spiega che «abbiamo deciso in questo periodo, in cui abbiamo pochi positivi, di sequenziarli tutti per tenere sotto controllo le varianti. Abbiamo a giugno come variante prevalente la variante alfa, quella inglese, al 64%, l’indiana divisa in due, la variante Delta al 3,2% e la K alla 0,8%, la brasiliana all’1% e la sudafricana al 2%».