Spese sanitarie per Covid, arrivano 40 milioni di rimborso: ecco i dettagli
TRIESTE Il governo ha riconosciuto al Friuli Venezia Giulia un rimborso da 40 milioni per le spese sostenute nel 2020 dal Sistema sanitario regionale per fronteggiare la pandemia. La cifra fa parte del miliardo sul cui riparto la Conferenza Stato-Regioni ha trovato ieri (24 giugno) l’intesa. Il presidente Massimiliano Fedriga parla di «importante accordo di salvaguardia dei bilanci regionali», sottolineando il riconoscimento dello «sforzo profuso dai sistemi sanitari territoriali nel reagire alla pandemia con tutti i mezzi».
Rispetto ai 39,6 milioni destinati al Fvg, Fedriga sottolinea che «l’intesa è un primo passo riguardante una parte delle spese che le Regioni hanno sostenuto nel 2020 per l’acquisto di dispositivi di protezione e altre forniture necessarie a combattere l’emergenza Covid-19». Il riparto non segue la dimensione dei sistemi sanitari regionali, ma il criterio delle spese anticipate: con i suoi 135 milioni, la Lombardia incassa meno dei 197 milioni del Veneto e dei 216 dell’Emilia Romagna. I 40 milioni del Fvg sono gli stessi della Campania e ben più dei 24 della Sicilia, dei 19, 7 della Puglia e dei 9, 5 di Liguria e Marche.
L’auspicio della Regione è che i 40 milioni siano un inizio, perché l’assessore alla Salute Riccardo Riccardi stima che la spesa Covid a carico del Fvg nel 2020 ammonti a 70 milioni. Il passo del governo è ad ogni modo quanto Riccardi attendeva per cominciare a fare i calcoli sull’anno in corso. Se da una parte c’è l’emergenza pandemica che assorbe risorse, dall’altra c’è la continua crescita dei costi della gestione ordinaria e l’assessore prevede su questo fronte un rosso di 30-40 milioni in più rispetto alla spesa corrente 2020.
I 40 milioni appena stanziati da Roma saranno allocati probabilmente con un assestamento di bilancio autunnale. Il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli chiede al proposito che le risorse non siano disperse «in mille rivoli o in leggine fatte per accontentare qualcuno e cercare consenso», ma destinate «subito per pagare gli straordinari, rafforzare la sanità territoriale e abbattere le drammatiche liste di attesa».
L’Rt in regione risale intanto a 0,98 (da 0,78), ma non c’è rischio di ritorno in arancione. Da quando a valere è l’incidenza (sotto i 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti il bianco è garantito e in Fvg il report della cabina di regia ne evidenzia 8 su 100 mila), l’indice di contagio non è altro che una curiosità statistica. A preoccupare la Regione, tuttavia, è il fenomeno dei positivi tra i migranti, motivo principale della risalita dell’Rt: anche ieri si sono registrati 17 nuovi casi su un totale di 25. La curva della pandemia, in ogni caso, non preoccupa. «La discesa è rallentata dai contagi tra i migranti, ma è comunque una discesa», osserva il coordinatore della task force Fabio Barbone in una giornata di ricalcolo dei numeri dell’intera pandemia: l’1% di casi e 13 decessi in meno. Nulla che incida sui parametri di determinazione del colore per il Fvg.
Per il terzo giorno consecutivo le terapie intensive sono rimaste interamente vuote, con 10 pazienti ricoverati in altri reparti. L’Asugi ne approfitta per redistribuire i posti letto di Cattinara: su 35 della Clinica medica sono 33 quelli per pazienti negativi e 2 per i grigi in attesa di verifica; su 36 letti della Medicina clinica sono 34 quelli per persone negative e 2 per i grigi; su 74 della Medicina interna sono 70 quelli per negativi e 4 per i grigi.