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Июнь
2021

Udine, dal set con Pupi Avati alle parti nelle serie tv: Mia, 15 anni, studia da star tra liceo e recitazione

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UDINE. Girare con Patrick Dempsey, il dottor Stranamore di Grey’s Anatomy, prendere parte a un film Marvel, recitare come Anne Hathaway, premio Oscar per Les Misérables.

Meglio esagerare, per sognare davvero, soprattutto se hai appena compiuto 15 anni e raccontare la tua passione, pur con un certo imbarazzo, ti riempie di felicità. Mia Pinat, udinese classe 2006, capelli castano chiaro e occhi azzurrissimi, quei grandi sogni se li sta costruendo ogni giorno, uno dopo l’altro.

Era Alice nella serie Rai “Volevo fare la rockstar”, è stata scelta per il cortometraggio “Il silenzio del tempo” firmato Pupi Avati (presto in uscita), sarà una delle protagoniste di una serie tv “Girls of Venice”, in lavorazione.

Mia, veramente attrice per caso. «Avevo 10-11 anni e la mamma mandò una mia fotografia a un’agenzia di Milano: è da lì che sono entrata nel mondo della moda» racconta la ragazza, che ha appena concluso la prima al Bertoni. Quella, però, è solo una fase.

Arrivano un cortometraggio con la Fondazione Le Cinque vie di Giorgio, il video musicale di “Emozione senza fine” di Gigi D’Alessio, piccoli lavoretti per la Disney («Ho saputo che mi avevano preso al rientro da scuola, sono impazzita di gioia»), il progetto a puntate per i canali Youtube e social di BTicino, il video “Barracuda” dei Boomdabash.

«Rivedermi mi imbarazza, anche perché tendo a essere molto critica con me stessa, ma amo tutto di questo mestiere, l’emozione di iniziare a girare, il momento del ciak – aggiunge Mia –. Di certo per andare avanti bisogna studiare: la dizione, il modo di stare sul set, come affrontare un copione».

La scuola di recitazione cinematografica di Verona “Master film academy” la sta facendo crescere. E tra formazione e provini, non si contano i chilometri macinati in giro per l’Italia. Ad accompagnarla, i genitori Alessia e Ivan e, spesso, nonno Mario che «è fantastico, fa amicizia sul set con tutti, anche con i registi», racconta Mia.

Se il 2019 è stato l’anno del successo della serie “Volevo fare la rockstar” diretta da Matteo Oleotto («Una delle esperienze più importanti, peccato non aver conosciuto Battiston») e della serie per ragazzi “New School”, il 2020 sarà ricordato per la partecipazione al cortometraggio di Pupi Avati. Divoratrice di serie tv americane («Da Gossip Girl a Grey’s Anatomy, in lingua originale»), ammette che l’incontro con uno dei numeri uno della regia in Italia durante un corso l’ha lasciata senza fiato: «Preciso, disponibile e sincero, anche nel dirti ciò che non va: recitare un monologo davanti ad Avati è stato incredibile. Stavo tremando».

La vita “da grande” di Mia può stravolgere gli equilibri con i coetanei. Più invidia o voglia di condivisione? «In passato alcuni mi hanno criticato perché per questi progetti dovevo saltare scuola, ma quest’anno ho trovato compagni molto tranquilli – confessa –. In ogni caso io racconto pochissimo quello che faccio e anche sui social non amo mostrarmi.

Anche perché alla fine non devo provare a nessuno chi sono, solo a me». Mia continuerà su questa strada fino a che sarà viva la passione: «La recitazione è il mio desiderio più grande, ma le idee cambiano in fretta: non escludo altri percorsi». —




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