La collezione di Virgil Abloh per Louis Vuitton è stata presentata in occasione della Paris Fashion Week con un film Amen Break, diretto da Mahfuz Sultan, in cui si riflette l'idea di trasmissione: l'atto di passare qualcosa da persona a persona, dando vita ad ondate di cambiamento attraverso le generazioni e influenzando la vita degli altri. La storia, si legge nella nota diffusa alla stampa, è quella di un padre e un figlio uniti da una perdita, che attraversano un mondo di sogni per consegnare un messaggio dall'altra parte.
La narrativa del film, riporta sempre la nota, è un'interpretazione astratta della storia di Lupe Fiasco, l'artista e rapper americano, cresciuto nel Southside di Chicago tra le turbolenze delle gang degli anni '70 e '80. Determinato a offrire un'altra via d'uscita ai giovani della zona, il padre di Fiasco ha organizzato studi di arti marziali come soluzione al problema, con l'obbiettivo di influenzare una generazione di ragazzi con idee di pace, comprensione e potere. Il suo lavoro nella comunità è servito a neutralizzare i preconcetti archetipici e ad aprire una porta di nuove opportunità.
Gli abiti della collezione interpretano allora i sogni del giovane rapper di Chicago e si concretizzano non solo per un uso deciso del colore, per le forme tailored, per la combinazione tra pattern e color block, con il damier in bianco e nero, e la logomania con LV che si fissa su giubbotti in PVC, ma anche per la scelta di materiali sostenibili e certificati, accessori inclusi, e per l'inizio di un nuovo importante progetto tra Louis Vuitton e Unicef. Con questa collezione, infatti, Virgil Abloh inizia a sostenere i programmi dell’UNICEF in Ghana in partnership con Louis Vuitton for UNICEF Ghana che sta lanciando il programma Generation Unlimited incentrato su gioventù e imprenditoria.
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