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Июнь
2021

Il Comitato boccia il nuovo ponte di Curtarolo. «Progetto vecchio di 50 anni»

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CURTAROLO. «Il progetto del ponte non va bene». Dopo le ampie garanzie della Provincia sui 4 milioni di euro per il restyling del ponte di Curtarolo, arriva una dura bocciatura del Comitato nato per sollecitare l’attenzione delle istituzioni sull’infrastruttura. Il problema di fondo? Bisognerebbe mantenere il doppio attraversamento, le due corsie su un unico manufatto vengono considerate insufficienti. Ancora una volta, si teme che l’attrattività economica del territorio crolli a favore della zona della Pedemontana.

L’EX SINDACO

Il portavoce del Comitato è Luigi Bernardi, che conosce la materia: imprenditore, già sindaco di Campo San Martino, è stato anche presidente della delegazione cittadellese di Confindustria. Il punto: «Il Comitato», spiega Bernardi, «in più occasioni ha manifestato la propria contrarietà al progetto presentato dal vicepresidente della provincia Marcello Bano».

GLI ATTRAVERSAMENTI

Nel merito: «Il rifacimento di uno solo dei due attraversamenti oggi esistenti sul Brenta con una larghezza complessiva di 10 metri rappresenta l’ennesima strozzatura nella già intasata viabilità dell’Alta e potrà causare rallentamenti nel traffico, dal momento che – per chi arriva da Cittadella – il ponte è subito dopo una curva. Inoltre, l’altro ponte non verrà restaurato ma solo trasformato in pista ciclopedonale senza però prevedere alcun collegamento con il centro di abitato di Curtarolo e senza la messa in sicurezza dell’immissione in Valsugana da via Vittorio Veneto».

I FONDI VAIA

Con i fondi di Vaia, quasi 3 milioni di euro, e quelli della Provincia, un milione di euro e tutta la progettazione, si pensava che la strada fosse in discesa. Ma dal territorio arriva un appello forte ad un ripensamento strategico: «Il ponte di Curtarolo dovrebbe essere la porta dell’Alta, ma con questo progetto si torna indietro di 50 anni».

LA PEDEMONTANA

Sullo sfondo, un’altra annosa questione: «Non c’è un’idea comune da parte delle amministrazioni locali su come migliorare la viabilità esistente». E mentre un pezzo di territorio non si accorda, un altro sembra prendere spazi e risorse: «Il timore è che tutti gli investimenti pubblici andranno sul raddoppio della statale del Santo con il collegamento alla Pedemontana», osserva Bernardi con i colleghi del Comitato, «e la nostra zona sarà tagliata fuori diventando una strada commerciale che però non permetterà alle imprese presenti di essere competitive. Il rischio, a lungo andare, è di perdere opportunità e posti di lavoro».

LA PROPOSTA

La richiesta: «Comuni, Provincia, Regione si facciano parti attive perché sta passando l’ultimo treno per l’Alta perciò proponiamo di convocare una sorta di stati generali dell’Alta per parlare di infrastrutture, lavoro, mobilità». E per raddoppiare il progetto del ponte.




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