Agordo avrà una sua libreria: si chiama “Quattrocchi” ed è dedicata ai bambini
La scommessa di Elena e Stefania: il negozio sarà in centro, nei locali dell’ex fotografo. Mercoledì 7 luglio l’inaugurazione
AGORDO. «Non ho tempo per leggere» è una frase che si sente spesso. Si fece intendere in questo senso anche l’ex sottosegretaria alla cultura, Lucia Borgonzoni, interpretando un sentire comune dettato dalla decisione di relegare la lettura ai piani bassi della classifica delle attività umane importanti.
Ad Agordo, invece, Elena De Zaiacomo e Stefania De Zorzi pensano non solo che il tempo per la lettura sia un tempo decisivo per la formazione delle persone, ma che ci sia un tempo in particolare, quello dell’infanzia e dell’adolescenza, propizio per stimolare curiosità, fantasia, ricerca di sé e capacità di decifrare il mondo proprio attraverso i libri. Per questo domani apriranno la libreria “Quattrocchi” in una laterale di via Garibaldi, nel centro storico di Agordo. Hanno reputato che fosse il tempo giusto della loro vita per cimentarsi in un progetto che qualcuno fra coloro che è andato a trovarle mentre arredano il locale ha definito “coraggioso”. E forse hanno pure percepito che fosse arrivato il tempo che ad Agordo nascesse una libreria pura, tanto più dedicata ai bambini e ai ragazzi. Finora, nel capoluogo di vallata, i libri si trovavano nelle edicole, nelle cartolerie, nei supermercati. Ma a memoria d’uomo un posto fisso dedicato solo alla vendita permanente dei libri non era mai stato trovato.
Nel piccolo locale dove un tempo i compianti Franco Della Lucia e Maria Teresa Pongan accoglievano i clienti davanti allo scaffale pieno di rullini fotografici o li facevano accomodare per fare le fototessere, Elena e Stefania offrono uno sgabello colorato su cui nelle prossime settimane siederanno piccoli lettori. «Il primo libro che ricordo di aver letto», dice Elena, «è “Cipì” . Ce lo propose la maestra delle elementari. Poi arrivarono Dylan Dog e via via i romanzi». A Stefania, invece, non viene in mente il primo testo letto da sola, ma il fascino evocato dalle immagini e dalla voce della mamma, quello sì rimane vivo.
Il consiglio della maestra, le lettere indecifrate a cui la mamma o il papà danno forma, sono viatici verso un percorso che, come diceva Umberto Eco, consentirà di vivere molte altre vite oltre alla tua. Le due donne, 41 e 48 anni, entrambe di La Valle Agordina, entrambe restauratrici di formazione, con estremo pudore sperano di poter essere utili allo stesso modo. Certo, fuori di retorica, si augurano di avere anche soddisfazione personale, di cogliere i frutti professionali di una scelta maturata un po’così in un giorno dell’autunno scorso.
«Ho detto a Elena», ricorda Stefania, «se torni su da Padova magari facciamo qualcosa assieme. Magari nell’ambito dell’artigianato». Stefania aveva lasciato il lavoro di restauratrice da tempo ed Elena stava meditando di fare lo stesso: «Il mondo del restauro», sottolinea Elena, «sempre in giro di qua e di là, fatica a conciliarsi con le esigenze di famiglia e quindi, dopo quindici anni lontana da La Valle, stavo pensando di tornare a casa con marito e figlia».
Gli ultimi tempi passati tra Padova e Venezia l’avevano però avvicinata al mondo delle librerie per bambini, di cui ha potuto toccare con mano gli effetti benefici sulla figlia piccola, che oggi è pronta a dare manforte in libreria. «Sta preparando un sacco di disegni», dice, «e pensa ai questionari di gradimento».
Forte di questa esperienza, Elena l’ha condivisa con Stefania, che ha accolto lo spunto e a gennaio la macchina è partita. «Elena aveva contatti con alcune librerie», dice Stefania, «poi abbiamo iniziato a leggere un sacco, a partecipare a tanti webinar organizzati dalle varie case editrici per l’infanzia in modo da formarci al meglio. È stato molto interessante cogliere i progetti che ci sono dietro a ogni singolo libro, l’importanza per la qualità dei materiali, per la scelta delle illustrazioni e quella dei caratteri».
Sfogliano due bei libri di Irene Penazzi che, usciti dagli scatoloni, coloreranno gli scaffali bianchi. «I bambini si avvicinano ai libri inizialmente come oggetti», dicono Elena e Stefania, «prima quelli in stoffa, poi quelli cartonati. Prendono confidenza con loro, con questa cosa che poi stimola la creatività e la fantasia. Bisogna approfittare del periodo di apertura che hanno i bambini verso le cose nuove. Poi leggeranno in autonomia, attraverso testi semplificati, dove la semplicità è data dalla grafica, dall’alta leggibilità delle parole, non tanto dal messaggio e dalla storia che si presteranno a letture a vario livello sia per i piccoli stessi che per i grandi, anche i genitori».
Da quando si è diffusa la notizia dell’apertura della “Quattrocchi” , le due libraie hanno ricevuto tante attenzioni dalle mamme, ma non solo. «L’altro giorno», racconta Elena con un sorriso raggiante che la mascherina non nasconde, «è passata una signora che non conoscevamo apposta per complimentarsi e incoraggiarci. Altre si sono affacciate alla vetrina, hanno guardato dentro e ci hanno lasciato dei messaggi di sostegno. Sono episodi che ci fanno molto piacere e che ci fanno ben sperare. Siamo contente anche di provare a contribuire nel nostro piccolo per valorizzare il centro storico di Agordo che negli anni si è impoverito a causa della chiusura di tante attività commerciali e ci piacerebbe che la libreria fosse anche un luogo di incontro, di dialogo, di scambio di idee e riflessioni».