Il meteorologo: «Sarà caldo, specialmente la notte, ma finiamola col chiamarlo Lucifero. Basta col meteo show»
FIRENZE. Siamo nel periodo del Solleone, quello nel quale ci attendiamo le giornate più calde dell’estate. Fin qui tutto bene; ma se andiamo a vedere meglio ciò che sta accadendo, e che nei prossimi giorni diverrà ancora più evidente, capiamo che qualcosa non torna. Difatti, se è pur vero che l’anticiclone africano può presentarsi sull’Italia anche più volte durante la bella stagione, è anche da sottolineare che spesso lo fa per poche giornate e con ondate di caldo pesanti ma comunque fugaci. Stavolta invece no. Osservate il cielo: è lattiginoso, opaco, pregno di foschia diffusa che appesantisce la sensazione di calura. Si tratta di polvere desertica, quella sabbia che nei documentari ambientati nel Sahara vediamo sollevarsi fino a decine o centinaia di metri di altezza ad accompagnare una vera e propria tempesta, ricoprendo poi il tutto con una coltre scura ed impenetrabile. Ovviamente i granelli più pesanti ricadono subito al suolo; ma le particelle più piccole, se vengono soffiate fino al mare aperto possono arrivare fino a noi. Questo capita piuttosto di frequente durante l’anno, soprattutto quando soffia lo Scirocco; tuttavia la quantità presente proprio adesso sui nostri cieli è insolitamente ingente, fino a 2,5 grammi per metro cubo. Sta insomma verificandosi un evento eccezionale, sia nei termini appena descritti, sia per le temperature attese su alcune regioni italiane, fino a 45-47 gradi tra Sardegna e Sicilia ad esempio.
Nelle città della costa andrà sicuramente meglio, ma sarà l’afa a farla da padrona a causa dell’aria umida risucchiata dalla brezza di mare verso l’entroterra. In particolare durante la notte, quando il vento si calmerà, rimarremo per diversi giorni tra i 24 ed i 26 gradi, con una punta forse di 27 nella notte tra giovedì e venerdì; durante le ore di sole invece non si salirà oltre i 30-32 gradi, a differenza delle città lontane dal mare che, invece, si avvicineranno alla soglia dei 40 gradi. Insomma, durante la notte faremo fatica a dormire, mentre di giorno in un modo o nell’altro ce la caveremo. Tutto questo, dicevamo, a causa dell’anticiclone africano; non di fantomatici Luciferi, Attila, Conan o chissà quale altro nome di fantasia. Gli anticicloni sono delle strutture di alta pressione che cingono la fascia del Tropico e durante l’estate salgono verso nord fino al Mediterraneo se non addirittura fino all’Europa centrale.
Se il vento che li trasporta arriva dall’Oceano Atlantico siamo soliti chiamare in causa l’anticiclone delle Azzorre, più tipico delle nostre latitudini ma pressoché assente quest’anno; se invece soffiano venti dal continente nero si parlerà di anticiclone africano. Questi sono i nomi assegnati per convenzione agli anticicloni e non ne esistono altri. Non ha senso inventarne ancora; a meno che non si voglia attirare l’attenzione del lettore, allarmandolo ingiustamente per qualche click in più sul proprio articolo o servizio, così da guadagnarci sopra a scapito di un’informazione valida e credibile. Sono molti i siti internet che cadono - volutamente - in questa trappola, portando solo disinformazione e allarmismo su temi sensibili come il tempo che farà domani o nella prossima settimana. Allora com’è possibile avere delle previsioni affidabili e rigorose sotto il punto di vista della corretta divulgazione?
Il metodo è tanto semplice quanto bistrattato: basta seguire le previsioni elaborate da meteorologi professionisti invece di quelle prodotte automaticamente dai software (le famose app per i cellulari) senza che vi sia l’intervento umano a mediare gli errori certi. Ed è bene anche evitare articoli visibili su blog e siti che titolano urlando in maniera attraente ma becera, lucrando sulla fiducia mal riposta dell’utenza. In Toscana, checché se ne dica, abbiamo diversi servizi regionali validi e gestiti da personale di qualità. I prodotti forniti sono la risorsa migliore che abbiamo e se può capitare che una previsione non si realizzi significa che in quell’occasione non era possibile fare di meglio. Parola di meteorologo che lavora nel campo ormai da vent’anni.
Lorenzo Catania, meteorologo
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