La ripresa del marmo. La svolta ecosostenibile della pietra, in nome di un impatto ambientale sempre più contenuto.
La conquista con il prodotto finito (non più solo i blocchi grezzi) di mercati importanti come l’Australia. E la conquista, con showroom che sembrano boutique di alta moda di piazze prestigiose come quella di New York.
Di questo e di molto altro parla Alberto Franchi amministratore delegato della Franchi Umberto Marmi, la prima (e al momento unica) azienda del comprensorio del lapideo apuano quotata in Borsa. Franchi tasta il polso del settore e parla del futuro partendo da una considerazione importante: «vogliamo esportare la cultura del marmo». E, forse, la rinascita del settore comincia proprio da qui.
Dopo la pandemia quali sono i segnali di ripresa per il lapideo?
«Stiamo assistendo a importanti segnali di ripresa per il settore del marmo trainati principalmente da ordini, qualità e design. Determinante per il rilancio, oltre ai viaggi che stanno ripartendo, è sicuramente la ripresa delle attività fieristiche, vero volano dell’industria».
Come sta reagendo ai segnali di ripresa il comparto di Massa Carrara?
«I segnali che arrivano dai mercati esteri e da quello domestico sono confortanti e siamo cautamente ottimisti sull’ulteriore ripresa nei prossimi mesi anche alla luce del successo riscontrato dalla recente edizione di Marmomac. Inoltre il fatto che l’Italia sia il secondo paese produttore di marmo al mondo, non può che essere un fattore competitivo importante. Questo anche unitamente al fatto che il distretto di Carrara è riconosciuto a livello globale per l’assoluta esclusività del suo marmo che lo ha reso noto nel mondo».
Quali sono gli obiettivi della Franchi?
«Proseguire la strategia di diversificazione geografica, rilanciare il percorso di crescita sia a livello organico sia per linee esterne, continuare a investire in ricerca e sviluppo e sostenibilità. Sono queste le nostre priorità strategiche».
Quali gli esiti dopo la quotazione in Borsa?
«La Borsa ha rappresentato un passo ulteriore nel nostro percorso di sviluppo. Essere quotati ci ha consentito di portare avanti i nostri progetti di business e potenziare ulteriormente la presenza a livello internazionale. Dopo la quotazione abbiamo proseguito nella strategia di sviluppo delineata al mercato. A gennaio 2021, abbiamo finalizzato l’acquisizione del 50% della Ingegner Giulio Faggioni Carrara garantendoci così un’importante fonte di approvvigionamento di marmo di elevata qualità (Calacatta e Statuario) e migliorando il nostro posizionamento strategico. I risultati dei primi sei mesi 2021 hanno registrato un forte aumento dei ricavi e della marginalità e hanno confermato il trend di recupero già evidenziato nel corso dell’ultimo trimestre del 2020, a dimostrazione della solidità della nostra azienda che è riuscita a fronteggiare gli effetti della pandemia».
Quali i grandi progetti e le grandi commesse?
«Vogliamo rafforzare la nostra presenza sia in mercati più consolidati, quali Cina e Nord America, sia proseguire nel percorso di sviluppo, già intrapreso in paesi quali Vietnam, Corea del Sud e Turchia dove ci sono ottime prospettive per il nostro settore. Al contempo, vogliamo continuare a esportare la cultura del marmo in nuove aree geografiche tramite progetti speciali e partnership, come ad esempio quella siglata con un distributore in Australia, dove abbiamo aperto uno showroom. Inoltre è prevista entro la fine dell’anno l’apertura di uno showroom a New York, nel quale avremo una partecipazione, e che contribuirà ad aumentare la penetrazione nell’area nord americana».
Quali saranno le sfide per il futuro?
«Il nostro obiettivo è proseguire nella strategia di diversificazione geografica, incrementando il presidio sui mercati internazionali con una politica commerciale volta a posizionare i nostri prodotti nel segmento lusso e facendo leva su una strategia di marketing sempre più orientata verso il digitale».
Marmo e sostenibilità qual è a quadra?
«Da sempre siamo molto attenti alla cultura del marmo come cultura della città di Carrara, al sostegno allo sviluppo socio-economico, al rispetto e all’integrazione con il territorio. Possiamo contare su un modello di business integrato che copre tutte le fasi del processo produttivo e distributivo, coniugando l’esigenza di controllare l’intera filiera per assicurare la qualità del prodotto, con quella di rendere efficiente e sostenibile la catena del valore».
Quali sono le nuove frontiere per il marmo?
«Obiettivo è mantenere alto il focus sull’attività di ricerca e sviluppo e sulla sostenibilità. È importante continuare sempre ad innovare, anticipare le tendenze e interpretare al meglio le esigenze dei clienti. Stiamo pianificando un’intensa attività commerciale e dopo la fiera di Xiamen in Cina abbiamo partecipato al Marmomac di Verona che ha riscontrato grande successo. Abbiamo presentato tantissime novità che si basano su una rilettura del marmo di Carrara in chiave contemporanea posizionando il marmo in contesti outdoor e indoor, ma anche all’interno di mega-yachts».
Quali le nuove declinazioni?
«A livello di innovazione non ci siamo mai fermati, continuando ad investire e, pur essendo il marmo un materiale complesso, siamo riusciti a sviluppare nuovi trattamenti sempre più sofisticati: antimacchia, antigraffio e antibatterico, rendendo quindi il marmo utilizzabile in svariati settori».
Come si coniuga l’escavazione con il rispetto per l’ambiente?
«Da sempre la nostra azienda è attenta al rispetto e all’integrazione con il territorio. In questa direzione s’inserisce l’Analisi del Ciclo di Vita ( “Life Cycle Assessment”/LCA) , certificazione volontaria che è stata implementata, prevedendo la “Dichiarazione Ambientale di Prodotto” (“Enviromental Product Declaration/EDP”) , un vero e proprio marchio ecologico del marmo. Da questo studio è emerso che la produzione delle lastre in marmo provoca impatti ambientali molto modesti sui comparti aria ed acqua, data la quasi totale assenza di sostanze chimiche nel processo produttivo. La stessa filiera presenta anche bassi impatti di CO2, in considerazione delle limitate distanze di approvvigionamento della materia prima “marmo” dagli impianti di lavorazione oltre ad un bassissimo impatto energetico. Infine stiamo lavorando al nostro primo bilancio di sostenibilità che sarà pubblicato a metà 2022».
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