L’ex presidente dell’Unione ginnastica: «La società non è in grado di pagare le bollette»
GORIZIA. «Stiamo parlando di una realtà che, ad oggi, non è nemmeno in grado di pagare le bollette. Questa è la verità. Le chiacchiere stanno a zero, così come le ricostruzioni fantasiose».
Paolo Comolli, il presidente dell’Ugg (Unione ginnastica goriziana) che ha dato le dimissioni sbattendo la porta, rompe il silenzio. E non le manda a dire.
Ha letto tutto d’un fiato le esternazioni della vice Elisa Hoban che ha contestato la quantificazione del debito dell’Unione ginnastica goriziana. E la reazione è tranchant, senza mediazioni, arrabbiata.
Non cita Hoban, ma è chiaro che i suoi pensieri sono rivolti proprio a lei. «Prima di improvvisarsi economista, qualcuno dovrebbe sapere cos’è un mutuo e cos’è, invece, un mutuo cofinanziato.
Esiste, tra le tante pubblicazioni, il dizionario di economia e finanza della Treccani, fonte autorevole e di facile consultazione.
Certo, bisogna essere sempre aperti a teorie innovative e a nuovi algoritmi che, sicuramente, rimetteranno in discussione - la sua chiara e evidente ironia - i pilastri della matematica finanziaria e della tecnica bancaria».
Comolli è un fiume in piena. Non vuole offendere nessuno ma ritiene che le ultime esternazioni «non si possono sentire».
«Le dichiarazioni riportate dal giornale, ad esser generosi, sono totalmente in libertà. Ripeto: parliamo di una realtà, l’Unione ginnastica goriziana che, ad oggi, non è in grado di pagare le bollette della luce.
Dobbiamo augurarci, visto che parliamo di una realtà storica che va assolutamente preservata e valorizzata, che vi sia la disponibilità e la generosità di un nuovo gruppo dirigente. A cui, sin d’ora, devo, anzi dobbiamo dire “grazie” ed augurare buon lavoro».
L’ex presidente non vede nero, non è pessimista su tutta la linea ma devono essere create le condizioni per arrivare al rilancio.
«Ovviamente - dice - non tutto è perduto. Il rilancio - argomenta Paolo Comolli - è possibile e l’Unione ginnastica goriziana deve e può puntare su quelli che sono i suoi driver».
E quali sono? Il presidente dimissionario li enumera e li elenca: si va «dall’ampiezza della struttura che la rende adatta ad ospitare una multidisciplinarità di attività alla location in pieno centro», senza dimenticare (e anche questa è una risorsa) «l’ampio parcheggio di prossimità».
Ma ciò rischia di non bastare. Cosa si dovrebbe fare per invertire la rotta e garantire un futuro importante a questa storica istituzione nata nel 1868?
«Se le potenzialità che ho elencato saranno accompagnate da un progetto sportivo, il ceto bancario sarà disponibile a rinegoziare i termini dell’esposizione finanziaria, financo a concedere nuova finanza». —