Sustinente e la grande piena: emozioni e ricordi di 70 anni fa
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Dal primo pomeriggio una lunga domenica dedicata alla rievocazione dell’alluvione del ’51 Il paese prima lottò per non essere sommerso, poi diede una mano alle popolazioni colpite
SUSTINENTE. Una giornata intera dedicata al ricordo di quella che fu una grande tragedia per la gente del Po: l’alluvione del Polesine del 1951. Un momento di condivisione per un paese, Sustinente, che settant’anni fa, in quelle drammatiche ore, fu particolarmente coinvolto nell’emergenza, dapprima difendendo gli argini dalla furia dell’acqua e poi mostrando solidarietà alle zone colpite.
C’era voglia di ricordare, di non far passare questo anniversario inosservato. Le iniziative messe in campo ieri sono nate da alcuni cittadini che avevano il desiderio di ricordare la piena del 1951. All’agriturismo Ca’ Guerriera è andato in scena “La battaglia del fiume”. Nel primo pomeriggio si è svolta una dimostrazione pratica d’intervento a cura dei volontari della protezione civile, sull’argine maestro, sempre di fronte a Ca’Guerriera. Un paio di ore dopo, in una conferenza si è parlato della gestione dell’emergenza oggi e della memoria attraverso la testimonianza, con gli interventi di Luca Bertolasi e Stefano Mozzini, e con la partecipazione straordinaria della cantautrice e poetessa Ornella Fiorini.
Ma l’evento culminante e più apprezzato è stato “Sciumass– il giorno in cui si svegliò un paese”, la pièce teatrale a cura della compagnia “Filfer” di Sustinente per la regia di Afra Salami.
Nel 51, con l’alta marea e con le forti piogge, il Po non scaricava nell’Adriatico e si ingrossata minacciosamente. Si era reso necessario un monitoraggio di tutta l’area del Po. A Sustinente non ci fu alluvione, anche grazie all’impegno della popolazione per alzare gli argini con i sacchi di sabbia. La golena era stata invasa dalle acque. Pare che all’epoca il parroco e il brigadiere del paese fossero entrati nella taverna del paese e avessero invitato gli avventori a correre sugli argini per contenere la piena. Finita l’emergenza della piena, la comunità contribuì agli aiuti alle popolazioni alluvionate, sia ospitandone alcune nell’asilo, sia portando aiuti sul posto della tragedia.
Tutto il Destra Secchia si è mobilitato in questi giorni, con conferenze, eventi culturali e mostre di foto d’epoca. Il Basso mantovano ha messo in campo una serie di eventi in collaborazione con i territori confinanti del Rodigino e del Ferrarese per ricordare e celebrare il settantesimo da quei tragici eventi. «Abbiamo fatto sinergia in una logica territoriale, per ricordare quegli eventi – spiega Alberto Borsari, presidente del Consorzio Oltrepò mantovano – questo è stato anche un primo approccio a un lavoro di area vasta che abbiamo avviato la scorsa estate e che ci vede uniti nel portare avanti temi di area vasta».