Trieste, respinte due richieste di patteggiamento: sarò processato l’ex mister accusato di molestie sui giovani calciatori

TRIESTE L’ex allenatore di calcio delle giovanili del San Luigi, accusato di atti sessuali su minorenni, sarà processato. L’uomo, un triestino di mezza età (di cui omettiamo le generalità per non rendere riconoscibili le vittime), comparirà in aula per la prima udienza di dibattimento il prossimo 13 gennaio. Dunque a distanza di un anno dall’arresto della Squadra mobile.

Dagli accertamenti investigativi era stato appurato che l’allenatore aveva molestato quindici ragazzini, praticamente l’intera squadra di cui era responsabile. Avrebbe allungato le mani in doccia e negli spogliatoi. In alcune occasioni anche a letto durante un ritiro in Slovenia. Questo l’impianto accusatorio formulato dal pm Lucia Baldovin, il magistrato titolare del fascicolo, che ovviamente dovrà essere dimostrato a processo.

Nelle ultime due udienze davanti al gup Manila Salvà, il pm aveva respinto entrambe le richieste di patteggiamento avanzate dai due difensori dell’imputato, gli avvocati Giovanni Di Lullo e Denise Rodriguez.

Ora il caso imbocca la strada del dibattimento in aula. L’incidente probatorio proposto dal pm era invece stato rigettato dal gup. I minori saranno quindi sentiti a dibattimento in Tribunale, in forma protetta, oppure in una stanza separata così da garantire riservatezza e protezione.

Nei mesi scorsi i giovani calciatori erano già stati ascoltati dagli agenti di polizia alla presenza di psicologi. I loro racconti descrivevano le modalità e le situazioni in cui sarebbero avvenute le molestie: palpeggiamenti in spogliatoio o in automobile quando l’ex mister accompagnava a casa alcuni ragazzini. Altri avrebbero ricevuto sul telefonino messaggi dal contenuto ambiguo.

I legali che tutelano le famiglie dei minori sono gli avvocati Nicole Pertot (per otto ragazzini), William Crivellari (quattro), Mariapia Maier (uno). Le altre famiglie restanti hanno ricevuto le notifiche giudiziarie, ma non si sono attivate (il procedimento, va ricordato, è comunque avviato d’ufficio anche per i loro casi). «Il materiale probatorio raccolto nelle indagini è solido e auspichiamo che venga rapidamente confermato anche davanti al Tribunale», afferma Crivellari.

Il legale dell’imputato, Rodriguez, fa notare che «dagli strumenti informatici in uso all’imputato non è emerso nulla di compromettente e di utile all’indagine. Solitamente – aggiunge – nel profilo di un pedofilo o di chi ha interesse nei confronti di minori, si trova materiale di questo tipo. Invece non c’era».